UN UOMO CHE RICORDEREMO SEMPRE, IL PADRE DEI NOSTRI COMPAGNI…
Una bella età la sua: 97 anni. Sono tanti, e forse giustificano la partenza avvenuta ieri, senza per questo affievolire il dolore per la scomparsa di un uomo che ha lasciato un segno tangibile anche nella storia della nostra città, nelle fasi di crescita e di sviluppo, nei momenti importanti della vita quotidiana, nelle testimonianze ancora lucide con le quali il ragionier Muscianisi, il Ciccino di tantissimi amici, focalizzava eventi e personaggi, al punto da permettere l’esatta descrizione e la conferma o meno dei modi di dire… Avvenne qualche tempo fa con la celebre frase “Milazzo finisce al passaggio a livello”, attribuita a Peppino Fogliani, Sindaco della città. “Non fu mai pronunciata”, mi disse quasi stizzito al telefono, quando mi rivolsi a lui per saperne di più. “Furono gli avversari della vecchia DC a metterla in giro! Un modo di screditare il lavoro di un uomo che fu un esempio per tutti, il Sindaco Fogliani”. E alla mia insistenza, se ricordasse bene, se non ci fosse stato un momento in cui la stessa frase fosse stata pronunciata, magari per una sconfitta immeritata, per giustificare qualcosa che non era stata compiuta nei confronti di chi “abitava al di là del passaggio a livello”, replicò: “No, mai pronunciata. E se te lo dico io ci puoi credere. C’ero io sempre presente in quei momenti concitati del dopoguerra, a scrivere con i militanti del partito le pagine più esaltanti della storia di una Milazzo che stava rinascendo dalla guerra…”. Mi invitò a rivolgermi a Mimmo Di Meo: “Lui potrà confermartelo… Era giovanissimo, ma non abbiamo motivo di dire una bugia, nè avremmo avuto motivo, allora, di spaccare in due questa città che doveva procedere unita!”
Basta questo per dare l’esatta dimensione di Ciccino Muscianisi, del suo ruolo nella ricostruzione di Milazzo, della sua lungimirante azione? Potremmo dire di sì… Ma se non dovessimo esser certi che l’uomo e il politico andassero di pari passo, ci rimangono delle testimonianze emblematiche che rafforzano la sua figura e le sue azioni: Peppino, Chiara, Stefano, Salvuccio. I suoi quattro figli, cresciuti nell’educazione e nel rispetto che il padre ha voluto loro trasmettere. Sono i nostri compagni di classe e di scuola, gli amici di ogni giorno che hanno avuto come esempio in ogni loro comportamento un padre che non ha trascurato nulla, perchè fossero fieri di quella famiglia nella quale sono nati e cresciuti, di quei genitori che adesso si ritrovano, lassù, dopo lunghi anni, e che continueranno a guardare con ammirazione quei quattro ragazzi di ieri, rivedendoli ancora bambini, con tanti sogni, con tante speranze, con tanta educazione, in mezzo agli amici che li stringono con affetto per lenire il loro dolore… Addio, ragioniere Muscianisi, addio amico Ciccino…