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EDITORIALE – AI NOSTRI LETTORI: QUALCOSA NON VA… E CE NE SIAMO ACCORTI DA TEMPO.

Buongiorno ai lettori. Prima di pubblicare il quarto articolo di oggi, 8 maggio, su TERMINAL (dopo i due di MAFIA, quello SOCIALE, ecco questo di politica internazionale, la guerra in Ucraina, che presumo ci riguardi da vicino), abbiamo voluto dare spazio a qualcosa di diverso, perchè questi erano i presupposti che hanno portato alla nascita del nostro giornale. Ma probabilmente ciò non ha meritato la vostra attenzione.

Come avevamo annunciato qualche settimana fa, TERMINAL avrebbe dovuto riprendere le pubblicazioni in tipografia entro il trenta aprile, e se ancora non lo trovate in edicola o nei punti di distribuzione, un motivo c’è. Infatti ci siamo posti una domanda: fino a che punto sarebbe convenuto spendere soldi quando dai dati in nostro possesso i lettori SONO ATTRATTI SOLO DAI NECROLOGI o dalle notizie DI CRONACA NERA?

Fermiamoci un attimo, cari amici, e facciamo il punto. Siamo nati come un giornale che è riuscito a superare le censure, senza essere legato a nessuno, nè essere condizionato dai potenti o dai politici di turno; un giornale che ha dato sempre spazio ai lettori, e che per hanno ha ospitato firme autorevoli e prestigiose che hanno impreziosito le nostre pagine. Purtroppo con il passare degli anni qualcosa si è affievolita, e non certo il nostro impegno. Probabilmente nei lettori.

Precisiamo: nel ricambio generazionale di costoro è scemato l’interesse a leggere determinate notizie (ho notato lo sconcerto di Francesco D’Amico, uno dei nostri più giovani collaboratori, autore di un articolo che ricordava il compianto prof. Peppino Pellegrino, snobbato dalla moltitudine dei lettori…), mentre si sono preferiti altri argomenti, forse per morbosa curiosità (il caso dei necrologi) piuttosto che notare, leggendo determinati articoli, i cambiamenti in atto nella nostra società.

In lunghi anni non abbiamo negato a nessuno di dire la sua, non abbiamo chiesto una tessera politica, non abbiamo censurato quel che ci è stato mandato, garantendo spesso l’anonimato e conservando per noi i dati del mittente, resistendo alle richieste di chi reclamava nome e cognome, senza esporlo perchè è questo ciò che deve fare un organo di stampa, almeno secondo i nostri principi.

E’ giusto comunque sottolineare che abbiamo evitato di pubblicare le stesse notizie lette e rilette perchè frutto di comunicati inviati a decine di destinatari, sempre sullo stesso argomento. Ci siamo soffermati su qualcuna, commentandola spesso aspramente. Così come abbiamo evitato di riproporre decine e decine di fotografie che denunciano il degrado di certe zone della nostra città, dando spazio su TERMINAL solo sui gruppi legati al giornale, e lasciando i lettori liberi di scatenarsi in commenti spesso ingenerosi nei confronti della pubblica amministrazione, ma senza aver colto da parte di qualcuno una semplice autocritica o una condanna per le azioni che tutti, nessuno escluso, mettono in pratica. 

Dovevo dirlo, amici. A nome della redazione, di quei ragazzi della mie stessa età, sulla breccia ormai da decenni, che hanno espresso le loro perplessità, notando come un giornale cartaceo debba avere probabilmente un unico obiettivo: giungere alla soluzione dei problemi utilizzando l’arma che ci è stata sempre congeniale, ossia la satira, l’ironia. Anche se non tutti comprendono di cosa si stia parlando; anche se qualcuno finge di non capire; anche se chi deve intervenire a correggere il tiro non lo fa; anche se i problemi restano irrisolti. 

Noi apparteniamo ad un’altra epoca. La nostra generazione è quella della contestazione giovanile; noi siamo i giovani del 68. Non siamo giunti ancora alla fine del nostro percorso, e sappiamo di essere stati scomodi. Lo siamo sicuramente ancora oggi… Ma parlare di argomenti importanti, guardare il mondo che ci circonda, assistere ai cambiamenti in atto nella nostra società. Non vale la pena arrabbiarsi per una rete annullata alla squadra del cuore, non perdersi una puntata del cantante mascherato, dell’Isola dei famosi, o di assistere a certi telegiornali che continuano a fare il lavaggio del cervello ad una popolazione che ormai è in preda al panico.

Detto questo, ecco l’ennesimo articolo dal taglio diverso: un semplice commento letto su Facebook, sul profilo di un amico, Maurizio MARCHETTA, che come noi le cose non le manda a dire. Consiglierei di leggerlo, perchè mi pare che ci troviamo di fornte ad una escalation e la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro.

E scusatemi se sono stato sincero: è il nostro stile.

<<Mi sfugge qualcosa oppure no!! Curioso come la Nato interviene su una questione che non la riguarda considerato che l’Ucraina non è un paese Nato.

Ucraina, la Nato si oppone all’apertura di Zelensky: “Non accetteremo mai l’annessione della Crimea alla Russia”.

Queste ingerenze cristallizzano, qualora ve ne fosse bisogno, che la Nato, ma in particolare gli Stati Uniti, sono responsabili di questa guerra e stanno facendo di tutto per fermare il processo di pace che si cerca di avviare da diversi giorni. Zelensky è disposto a cedere la Crimea e la Nato risponde che non accetterà l’annessione alla Russia come fosse un suo territorio. Adesso per le persone che si ritengono intelligenti vorrei lanciare questo messaggio e traggano le conclusioni del caso. Questa è una guerra voluta dagli Stati Uniti che poteva essere evitata se vi fosse stato Trump presidente USA. Forse era matto, un pallone gonfiato, ve le passo tutte, ma di certo non era un guerrafondaio!!!>> 

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