PIU’ CHE UNA RECENSIONE CINEMATOGRAFICA, SI TRATTA DI UN’ANALISI ABBASTANZA AMARA. I RIFERIMENTI CON LA NOSTRA CITTA’, MA ANCHE CON TANTE ALTRE CITTA’ ITALIANE, SONO EVIDENTI…
Gentile Redazione, ho avuto la felice idea di andare al cinema per vedere l’ultima opera di Ficarra e Picone. Molti amici, di quelli che lo avevano visto, mi avevano avvertito: “stai attento, si ride amaro; è come prendere schiaffi in continuazione, ridendo qualche volta”. Non ci volevo credere, pensavo che, conoscendo la trama, tutto fosse all’acqua di rose. Un film leggero, ma che ti fa pensare. Devo dire che la sensazione provata, uscendo dalla sala, è stata di una rabbia amara. Una constatazione forte, di come una pellicola possa metterti davanti ad uno specchio, senza possibilità di nasconderti o camuffarti. Mi son ritrovato nel paesello della storia, mi ci son ritrovato mani piedi e occhi, in tutto il contesto, prima euforico e poi incattivito. La forte carica ipocrita di un popolo bue che sale sempre sul carro del vincitore, salvo poi, accusare come il vigliacco campione del mondo, i primi soprusi che gli son toccati. Soprusi che si chiamano onestà e giustizia e convivere civile. Ma son voci e termini che, quando ti toccano fisicamente, in prima persona, diventano violazioni. Il film è questo: una fotografia a colori ed in bianco e nero, delle nostre debolezze e, soprattutto, delle nostre ataviche ipocrisie. L’essere pecora ammaestrata è nel nostro dna (e parlo in generale come popolo italiano); indignandoci per i soprusi e le ruberie, per il nepotismo e la mancanza di democrazia vera, reale. Ma appena veniamo messi di fronte agli obblighi che tutto quello “desiderato” comporta, fuggiamo inizialmente indignati e dopo, come cani poco riconoscenti, mordiamo la mano di chi ci ha “regalato ed offerto” questa pietanza amara. Consiglierei a tutti i milazzesi di vedersi il film e se ne sono in grado, spero tanto di sì, ma non convintissimo per tutti, farsi un esame di coscienza. Noi siamo quelli del film, ci si può ritrovare nei vari personaggi, dai vigili urbani, all’ambulante, al parcheggiatore abusivo agli esercenti di bar e quant’altro. Uno schiaffo che non piacerà, ma che spero possa farci, almeno capire, cosa siamo diventati o cosa siamo sempre stati; solo che nessuno aveva mai avuto il coraggio di darcelo.
P.S. son certo, anzi strasicuro che, se il film fosse stato fatto da un milanese o toscano, si sarebbe urlato al razzismo. Son grato al duo palermitano di averci regalato un attimo di autocoscienza; anche se, conoscendo i miei conterranei, tutto verrà dimenticato dai portatori scarsi di coscienza. Ringrazio amaramente per l’attenzione.