RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO (lettera firmata)
Esimio Direttore, dico anche a te come dico ad altri di non limitarvi nel pensare che IPAB (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza) sia solo Gigliopoli. Gigliopoli una realtà bellissima, lunga vita a Gigliopoli, più controllo all’associazione onlus il Gigljo, ma la Fondazione Barone Lucifero di San Nicolò dove l’organo di controllo è la Regione possiede ben altro. In questi giorni mi è stato offerto lo spunto di parlarne, anche se mi ero ripromesso di tacere. Ma sembra che ci sia la volontà da parte di tutti di montar sempre la polemica (non fa al caso tuo, ci mancherebbe). All’interno della Fondazione vi sono parecchi problemi; te ne sottopongo qualcuno perché questo ente nasce su volontà della Baronessa Maria Laura Lucifero per i bambini gracili e bisognosi.
Segnalo ai lettori, tramite il tuo giornale, giusto qualche tema di cui ho contezza:
1) la totale assenza di trasparenza. Per essere più preciso, ho rilevato che la sezione “amministrazione trasparente” del sito istituzionale è pressoché vuota, in aperta violazione della L. 33/2013. Si tratta di gravissime omissioni, peraltro sanzionabili, che impediscono alla comunità cittadina di avere conoscenza delle scelte che vengono effettuate. Sottolineo questo aspetto perché la Fondazione non è un soggetto privato, è una IPAB e, quindi, un Ente Pubblico che gestisce un patrimonio “pubblico” e deve operare nel pieno rispetto della legge, anche quella, importantissima, sulla trasparenza.(Legge Madia). Chi non crede alle mie parole può tranquillamente visitare il sito internet e verificare se dico sciocchezze;
2) la mancata celebrazione di procedure ad evidenza pubblica. Per intenderci, i servizi resi nel perseguimento dei fini statutari non vengono preceduti da gare d’appalto. Questo non è possibile, non si può fare e non è giusto, anche perché il movimento di denaro in questo lungo lasso di tempo è stato di svariati milioni di euro. Intendiamoci, io non ce l’ho con nessuno, mi sono limitato a segnalare una grave illegittimità che a mio avviso andrebbe rimossa anche nell’interesse di chi quei servizi li rende. Chi è veramente bravo, del resto, non ha nulla da temere dalla celebrazione di una gara, in cui, tra l’altro, ad essere valutato è, in massima parte, il progetto e non l’offerta economica. Sono certo che questo direbbe Don Ciotti, così come ciascuno di quelli che recentemente hanno partecipato al convegno sulla strage di via D’Amelio organizzato proprio dalla Fondazione il 19 luglio u.s.
3) l’istituzione di un albo di professionisti affinché ci sia una rotazione nei cosiddetti mandati diretti; Avvocati, Architetti Ingegneri tecnici che espletano le Ctu (perché gli incarichi diretti vengono assegnati sempre ai soliti amici della consorteria? Chi non vive al luce del Re non ha accesso?) Pensa che al Quirinale persino alla Presidenza del Consiglio esiste l’albo dei professionisti: lo prevede la Legge Madia.
4) una complessa situazione finanziaria da aggredire con decisione se non si vuole assistere, da qui a breve, allo scioglimento della fondazione con sostanziale sottrazione dell’enorme patrimonio immobiliare alla comunità milazzese. Per intenderci, già qualche anno addietro la Regione aveva avviato le procedure per la chiusura dell’Istituzione per la grave crisi economica e poi le cose, per fortuna, si sono fermate. Fatto sta che la situazione non è per nulla facile. Basta leggere l’unico conto consuntivo pubblicato, quello del 2019, per vedere che il disavanzo di amministrazione (la perdita, per intenderci) è relativamente basso soltanto perché vengono tenuti in vita crediti molto datati e, quindi, probabilmente difficilmente esigibili. Giusto per parlare di quello che maggiormente salta all’occhio, risulta iscritto a bilancio un credito di oltre 200 mila euro nei confronti di due società, molto note a Milazzo, che sono ormai chiuse, o comunque, non hanno più patrimonio, da parecchi anni. E questo significa che QUELLE SOMME NON VERRANNO MAI INCASSATE!
Non credo che questo tipo di questioni possano definirsi preconcetti. Si tratta di fatti, verificabili e misurabili.
Immagino, conoscendo ed apprezzando alcuni dei componenti del CdA, che questo genere di questioni siano state poste in seno all’organo. Lo deduco anche dal tenore della lettera di dimissioni del Presidente che ha fatto espresso riferimento a problemi che vengono dal passato.
Naturalmente mi ha sorpreso e mi è dispiaciuto leggere delle dimissioni dell’Avv. Ciraolo che, certamente, avrebbe potuto dare un contributo importante al ripristino di condizioni di normalità e legalità nella gestione, ma bisogna rispettare le scelte individuali e guardare avanti perseguendo l’interesse generale.
Sorprendono le richieste di azzeramento che, sono certo, nulla hanno a che vedere con gli obiettivi dichiarati, ma nascondono, piuttosto, l’intenzione di sostituire alcuni consiglieri. Operazione già tentata ma miseramente fallita.
L’art. 9 dello statuto della Fondazione dispone che “il consiglio di amministrazione decade dalla carica quando, per qualunque causa, viene meno la maggioranza dei membri” e, al momento, la maggioranza c’è ed ha molto da lavorare. Perdonami se sono stato prolisso ma sai quanto ancora c’è da dire. Un abbraccio.
Commenti
Esimio direttore da quanto è stato esposto nella lettera si evince che la fondazione Lucifero è uno ISTITUTO di Beneficenza per molti professionisti (!) e per pochi bambini bisognosi Occorre chiarire e fare piena luce; Milazzo sta (economicamente) morendo ma molti se la stanno “mangiando” senza fare polemiche. Il porto appartiene ai messinesi la fondazione è stata concessa pe 99 anni persone che non sono di Milazzo il Castello non sarà più dei milazzesi insomma continuando così non ci resta che piangere….