“Ansia, stress, iperattività: gli strascichi della pandemia sui giovani. E cresce la «dipendenza» dal cellulare.” Ecco descritti i figli della scuola lager.
Quelli che sono stati mascherati sui banchi per due anni con i professori che mettevano i fogli dei compiti in classe in quarantena 15 giorni.
Quelli che sin dalla tenera età vengono messi davanti agli smartphone da genitori scellerati impegnati a fare i balletti su tik tok.
Ma ovviamente la soluzione è andare dallo psicologo. Non è forse così?
Far credere, inculcare, fin da piccoli, il concetto che “abbiamo bisogno” e che “non possiamo farcela da soli”. Con tutto il rispetto per chi questa professione la fa, psicologo a scuola, psicologo al lavoro, psicologo in famiglia, psicologo dal medico, psicologo nello sport, psicologo per i bambini, psicologo per i ragazzi, psicologo per le donne, psicologo per i genitori, psicologo per gli anziani e via dicendo.
A breve ci sarà “bisogno” dello psicologo nei supermercati e nei condomini!? L’incapacità di interiorizzare, metabolizzare, parlare e confrontarsi con una persona amica, accettare il dolore senza dover necessariamente patologizzare ogni cosa è ormai diventato cosa rara. Un tempo lo stare immersi in natura, avere un tempo per i propri pensieri, vivere una vita spiritualmente e umanamente ricche rappresentavano le “terapie” principali…
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