IL CONDUTTORE DI “CHE TEMPO CHE FA” OSPITA L’EX MINISTRO GRECO VAROUFAKIS E LO PAGA CON I NOSTRI SOLDI. VISTO CHE ECCEDE IN GENEROSITA’, PERCHE’ NON OSPITA ANCHE QUALCHE MILAZZESE, O MESSINESE, O BARCELLONESE… O SICILIANO?
Riprendiamo, ma non per scopiazzare o per far nostro il lavoro degli altri, né per muover critiche a chi ha faticato per comporre articoli, interviste o altro, ma al solo scopo di divertirci con voi anche se – visto l’argomento – ci sarebbe proprio da piangere per la rabbia di non poter capire come certe cose possano essere attuate con tanta faciloneria ed ammantate di veridicità, da sembrare addirittura inevitabili, oppure per invidia direbbe qualcuno. Siatene certi, propendiamo più per la prima versione (la seconda non è nel nostro DNA) che è quella che ci fa vero raccapriccio ed osserviamo che tutto diventa facile quando i soldi non si escono dalla propria tasca ma da quella degli altri… Dove gli altri siamo proprio noi. Noi, quei fessi che paghiamo il canone e che a causa di chi lo ha per stile proprio evaso, ora coercitivamente, ce lo vedremo appioppare sulle bollette della luce. Giudicare se ciò sia giusto o meno è compito di qualche Solone che – trovando in questa scelta qualcosa contra legem – trascini tutti a compiere i passi necessari.
Ma ora andiamo al sodo, a quello che vuole essere e lo è nel nostro intento, lo spirito di questo articolo. Parliamo di Yannis Varoufakis (ma poteva essere qualunque altro soggetto nelle sue stesse condizioni), “ex Ministro delle finanze greco, che è d’uso rilasciare interviste a ripetizione dietro lauti compensi”. Di lui si dice: “Classe 1961 – fisico asciutto e muscoloso alla stregua di Bruce Willis – capelli corti da marines – motociclista – altezza 176 cm – misura del piede, in proporzione all’altezza, calcolata in circa 26,5 cm; peso 75 kg – indice massa corporea (IMC) = 24.21 – età 54 anni – segno zodiacale Ariete – laurea in Statistica Matematica – dottorato in Economia e cattedre a Cambridge, Sydney, Atene ed in Texas”. Ultima, ma solo in ordine di tempo, cooptato dalla nazionalissima RAI, l’intervista col nostro italianissimo Fabio Fazio, nella trasmissione “Che tempo che fa” – ricevuto, osannato e coccolato, non al suono di mille fanfare, o pifferi, o zampogne se volete, ma al suono assai più melodioso (per lui) di ventiquattromilaeuro, oltre il viaggio in aereo ed in primissima classe. L’impegno profuso dall’ex ministro: “Ben 22 minuti di dialogo” con botta e risposta concordate. Ci sarà stato proprio da sudare, poverino!
Ed ora proviamo a fare due conti in tasca tanto per ridere un po’ per come promesso.
24.000 euro in 22 minuti sono 1090,91 euro al minuto. Ma se vogliamo veramente ridere vediamo di parametrare il cachet con i dati fisico/anatomici del fu Ministro riportando alla mente un vecchio detto “Vali tantu oru pi quantu pisa”, perciò 24.000 euro diviso per 75 Kg sono ben 320 euro al Kg, paragonabile a…boh!!! – E se vogliamo usare lo stesso proverbio come per dire “Vali tantu oru pi quantu iè iautu”, 24.000 diviso per 176 cm sono 136,36 euro per ogni centimetro. Nemmeno stoffe laminate in oro o tempestate di diamanti costeranno tanto. Inoltre, tenuto conto di tabelle anatomiche che a cm 176 di altezza fanno corrispondere cm 26,5 circa del piede e dato che i piedi sono due, 24.000 euro diviso 53 cm fanno euro 452,83 visto che, in quanto umanoide, è bipede. Un ultimo dato, a coronamento, che compendia, anche se in modo improprio ed aritmeticamente scorretto, tutti i parametri fisico anatomici del Signor ex Ministro, cioè, peso, altezza, piedi, escludendo il tempo dedicato alla Rai, 24.000 euro diviso 304 fanno 78,94 euro/immagine. Come dire che se avesse dovuto ricevere un compenso solo per la prestanza gli si sarebbero dovuti riconoscere circa 80 euro che tenendo conto dei 22 minuti di impegno avrebbero portato, arrotondando, ad un cachet di euro 1750. Mah, però qualcosa non torna e pure compare Giovanni, che ha chiamato stizzito, vuole dire la sua: “A sèntiri sti poccarìi mi girìunu chiddi chi Montabbanu chiama cabbasisi! Ma si nuiautri ci mandassimo ‘ò signò Faziu, tantu pi fari ‘n’esempiu, ‘na para i figghiulazzi d’i nostri patti: milazzisi, missinisi, baccellunisi! Siciliani biddùni, iauti ddu metri e chi spaddi lagghi, ddu brazza chi parunu ddu rami d’abbiru, quarantasei e passa ‘i pedi. A chisti quantu c’iavìssiru a ddari? ‘A Rai avvissi chiusu ‘a putìa! Però ‘u Ministru si futtìu un casin’i soddi e nuiautri ‘ndi ristò stù passatempu. Ma si pò mai andari avant’accussì? ‘E primi tempi c’è ‘na picchitta ‘i buddellu, tantu pi fari scena, ma poi tuttu si ‘ddummenta. E siccòmu non cància nenti, ci sunnu i fissa chi pàgunu! E iddi cugghiunìunu….“