Chissà a quante persone capita di riaprire un cassetto, o di sfogliare un vecchio album di fotografie (prova inconfutabile della mia età), e ritrovare una immagine dei tempi del liceo. Mi è successo questa mattina, quando una (ex) compagna delle magistrali mi ha “informato” di questa chicca archeologica. Devo dire che, sul momento, non ero riuscito a “trovarmi”; ed ho subito pensato che quel giorno, “casualmente” fossi assente. Ma è stato un attimo; mi ero dimenticato di quanti capelli avessi e di come fossi oltre trenta anni fa. Bei ricordi, anche se filtrati dalla memoria (che tende a selezionare spesso e volentieri per tutelarsi e per tutelarci), ma che mi hanno riportato incredibilmente in quell’istituto, nella zona di San Giovanni. Il Magistrale Scibilia…di Milazzo. Era praticamente l’ultima casa in una via che girava su sé stessa, ed era un universo a parte, rispetto gli istituti scolastici che a Milazzo, all’epoca, andavano per la maggiore. Io ed altri “pochi pionieri” eravamo la sparuta e fortunatissima rappresentanza maschile, in una scuola che era femminile, per tradizione! Ho vissuto, tra alti e bassi, alcuni anni bellissimi della mia vita, tra quelle pareti. Una grande famiglia (escludendo un paio di professori particolarmente restii a dare un minimo di amicizia), fatta di confidenze e storie. Un piccolo mondo con a capo Santino Lombardo e Simonetta Tacconi. Il primo, preside onnipresente, la seconda, vicepreside nordica e insegnante, anche mia, di filosofia. Era il contesto ideale, per certi versi, nel quale si poteva creare quella simbiosi tra alunni e docenti. Probabilmente complice il fatto che l’età media degli insegnanti, fosse molto bassa.
Come capita spesso, molti di quei ragazzi, li ho persi di vista. Con altri, fortunatamente ci si incontra ogni tanto (tra un impegno familiare e di lavoro), e quindi non ci siamo mai realmente persi. Per gli insegnanti direi che è la stessa cosa. Milazzo, in questo, aiuta parecchio.
Si potrebbero raccontare molte storie ed episodi, del mio periodo, che andrebbero ad integrarsi con tanti racconti di altri ex alunni che hanno “calcato” quelle aule. Delle prove di esame, delle fughe per evitare interrogazioni scomode. Avvenimenti che fan parte del bagaglio di uno studente o di una studentessa. Eravamo nel pieno “dell’edonismo degli anni ‘80”. Quando tutto sembrava facile e raggiungibile. Probabilmente le generazioni precedenti avevano le stesse ambizioni e speranze.
Un grandissimo ringraziamento per questa opportunità. Un carissimo saluto a tutti gli ex alunni ed un forte abbraccio ai professori…ormai in pensione (mi auguro per loro). Grazie…
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