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GRANDE SUCCESSO PER IL TEATRO STABILE DI MILAZZO

13590385_1093039930735175_1229825542126592323_nSI PUO’ FARE ANCHE QUALCOSA DI IMPEGNATIVO NELLE SERATE ESTIVE: BASTA AVERE SOLO I PERSONAGGI GIUSTI ED UN PUBBLICO COMPETENTE!

Enorme successo di pubblico nella sera di San Lorenzo nell’Atrio del Carmine per la compagnia “Teatro Stabile di Milazzo”. Il gruppo, presieduto da Tiziana La Macchia, ha portato in scena, dinanzi ad una gremita piazza, alla presenza di numerosi docenti e critici teatrali, tre commedie scritte da Luigi Pirandello, in ordine di rappresentazione: “La Patente”, “Lumie di Sicilia” e “L’uomo dal fiore in bocca”, per la regia di Gimmy Coppolino e con la partecipazione, in qualità di curatore delle musiche, del maestro Orazio Carnazzo, esecutore di toccanti sottofondi sulle magiche note del liuto rinascimentale. A condurci per mano nella suggestiva atmosfera pirandelliana, gli interventi introduttivi del prof. Massimo Raffa, che hanno preceduto l’inizio di ciascun atto. Molto elevato qualitativamente il livello della recitazione, come si addice alla scelta di un teatro d’autore, cui la Compagnia è approdata dopo un excursus che l’ha vista cimentarsi dapprima nel teatro mitologico e in seguito nella commedia brillante. “Pirandello mi ha sempre affascinato, fin dai tempi della scuola” afferma la prof.ssa Tiziana La Macchia, presidente di ‘Teatro Stabile’. “Le sue tematiche non smettono mai di essere d’attualità, così come risulta sempre attuale la sua capacità di leggere e interpretare le molteplici componenti dell’animo umano, i vari modi di essere della persona a seconda delle circostanze, le ‘maschere’ che ciascuno di noi indossa, analizzate sotto la lente dell’umorismo”. “Teatro per le scuole, nelle scuole”: questo il nome del progetto realizzato inizialmente da Tiziana La Macchia in ambito scolastico, con il prezioso apporto collaborativo delle presidi Stefania Scolaro (Commerciale “L. da Vinci”) ed Elvira Rigoli (1° Comprensivo), le prime ad aver creduto nell’alta valenza socio-culturale di tale iniziativa. Il prof. Raffa ha lodato la scelta della Compagnia, definendola “segno di coraggio e di amore per la nostra letteratura e per Pirandello”. “Il teatro comico – le parole del docente -, a differenza della poesia epica, analizza e scompone la realtà, presentandola nei suoi vari aspetti e inducendo lo spettatore a pensare e a riflettere. Pirandello trascina la letteratura italiana nel ‘900, caratterizzandosi per la sua capacità di esprimere le diverse sfaccettature dell’animo umano attraverso il teatro” come risulta dalle motivazioni per il conferimento del Premio Nobel nel ’34. “La Patente” indica una ‘diversità’ che viene attribuita a qualcuno, portando all’assurdo il meccanismo della calunnia, fin quasi ad abbracciarla” spiega il prof. Raffa introducendo il primo atto unico della serata, composto dallo scrittore agrigentino nel 1917; con “Lumie di Sicilia”, invece, l’autore mette in moto un meccanismo inverso, presentando un personaggio, giovane cantante, che viene accettato dalla nuova comunità, nel cui ambito riesce ad ottenere il successo desiderato. “Pirandello – prosegue il docente – analizza la mutevolezza e la capacità dell’ambiente esterno di farci cambiare maschera, di farci diventare dei personaggi, prendendo spunto dalle teorie psicologiche sulla disintegrazione dell’unità della persona, dando vita ad una ‘pièce’ improntata sulla dialettica nord-sud e sull’importanza del successo nel determinare un cambiamento nel modo di essere di un individuo. Le lumie rappresentano la Sicilia e costituiscono nell’ambito della commedia un elemento che viene posseduto soltanto da chi se ne dimostra degno”. “L’uomo dal fiore in bocca” risale alla fase più matura della produzione di Pirandello (l’anno è il 1922). La versione inglese dell’opera, fa sapere il prof. Raffa, fu oggetto della prima trasmissione in assoluto della BBC, nel 1930; a testimonianza della fama internazionale conquistata in quel periodo dal celebre commediografo. “Qui il teatro viene utilizzato per analizzare il rapporto ultimo dell’uomo con il suo destino, con la morte. Siamo vicini al teatro filosofico in forma dialogica. La scenografia è scarnificata, in scena vi sono solo due personaggi che si incontrano in modo del tutto casuale all’interno di un bar. L’uomo, storicamente, sperimenta diversi modi per reagire alla sua caducità. Pirandello rappresenta la soluzione novecentesca dell’autoannullamento e della contestuale adesione alla vita altrui come ancora di salvezza, rimedio alla disperazione. Si tratta di un’opera sublime e profonda, che ricorda le “Operette morali” di Leopardi; alla fine il dialogo si trasforma in un monologo, facendo emergere la straordinaria grandezza di uno dei personaggi”.

A seguire, i nomi degli interpreti delle singole commedie. 

“La Patente”: Mimmo Picciolo, Nino Calcagno, Santino Puliafito, Tiziana La Macchia, Cesare Terragna.

“Lumie di Sicilia”: Maria Da Campo, Rossella Aliotta, Nino Calcagno, Stefania Gitto, Tiziana La Macchia.

“L’uomo dal fiore in bocca”: Gimmy Coppolino, Nino Cagliari, Tiziana La Macchia.

Francesco D’Amico

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