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I 90 ANNI DI VITTORIO PANTANO E GLI AUGURI DELLA “NUORA RIBELLE”

Ci siamo: zitto zitto, quacchio quacchio il Professore è arrivato a 90. Potrei cimentarmi nelle lodi sperticate di quest’uomo – come nella banalità delle apologie comuni in caso di genetliaci di una certa caratura – ma, come è intuibile, non lo farò. Dirò invece quali sono le ragioni che nel corso di questi 31 di frequentazione coatta mi hanno aiutato a seppellire l’ascia di guerra e ad amarti di più (lo stesso ovviamente non vale per mia suocera).

Premesso che quanto tu sia stato un grande professore ed un grande uomo dotato di poteri paranormali te lo diranno gli altri (in primis tua moglie), io vorrei evidenziare che sei la “prova provata” del fatto che la vecchiaia oltre a rincoglionire rende umani.

Ti ho visto commuoverti per niente, piangere come non mai, soffrire e rinascere: certo ti ho visto anche addormentarti in piedi, non sentire neanche le cannonate e ridere anche se non avevi capito un cacchio di ciò che le tue nipoti ti avevano raccontato. Sei stato capace di mostrare con onestà (e con un eloquio degno delle migliori anestesie generali) tutti quei lati che quando eri più giovane tenevi nascosti perché dovevi sempre sembrare invincibile. Sono affiorate le tenerezze, le paure, i ricordi (minchia i ricordi…), le sicurezze granitiche e le difficoltà di avanzare. Sei diventato un nonno grandioso, alla scoperta di nuove realtà per continuare a tenere per mano le tue nipoti. Sei rimasto un mulo cocciuto in altri aspetti, ma questa è la vena calabra indissolubile.

Tu e quell’altra riuscite ancora a litigare per episodi di trent’anni fa, come fossero successi ieri. E meno male, perché vuol dire che la fibra è sempre quella (comprese le valigie sul letto al suon di “me ne vado da questa casa!”). Riesci ancora a convogliare tutti intorno a te, anche se la triade argomentativa “Somalia, politica e figlio divino” oramai la sappiamo a memoria tutti, parenti, amici e vicini di casa.

Sei diventato più simpatico. Sei diventato più controllato. Sei rimasto la brava persona di sempre. Sei rimasto generoso in modo esagerato consentendo a tutti, consapevolmente, di approfittarsene, provocandomi incazzature ultraterrene. Sei riuscito a contrarre tutte le malattie del globo, sconfiggendole una ad una (ed il demonio muto!).

Sei riuscito a provocare alla macchina – che pare si sposti da sola – più ammaccature di quelle che provocherebbe lo scoppio di una granata. Sei sordo come solo una stracazzo di campana di 90 anni riesce ad essere. Riesci a perdere la stampella e gli occhiali ovunque, ma il mondo te li riporta. Ciò che però non perderai mai è l’amore che tutti proviamo per te.

Auguri Vittorio. Fanculo ai 90. Buttiamoci sui tre zeri!

La nuora ribelle

COMMENTO: Come non ridere per questi auguri estemporanei che ti fa la tua “nuora ribelle”, Vittorio? E come darle torto? Ti sarai messo a ridere anche tu, anche la tua, la nostra Cettina Magistri, ex alunna del Liceo Classico “G.B.Impallomenti”. Rideranno i tuoi vecchi amici, i suoi compagni di classe che ti hanno adottato; così come ti abbiamo adottato noi dell’Associazione Alunni del Liceo, che non aggiungiamo una sola parola a quanto scritto dalla tua “nuora ribelle” che ha avuto per te parole d’amore. Perché ti vogliamo bene, Vittorio: tutti, indistintamente. E siamo felici di questo traguardo tagliato oggi. Ti abbracciamo idealmente!

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