IL PROFILO DI UN CAMPIONE CHE E’ STATO IL SIMBOLO DEL CALCIO PER TUTTI I MILAZZESI.
E’ indubbiamente il calciatore più noto nel firmamento calcistico milazzese. Nato casualmente a Lipari nel 1939, così come egli stesso ama dire, dove suo padre si era trasferito, ma cresciuto a Milazzo, comincia a tirare i primi calci in collegio, a Rometta, così come tanti suoi coetanei. Il suo talento naturale viene subito notato da chi di calcio ne capiva, all’epoca: Vincenzo Patti, da sempre alla ricerca di giovani emergenti da fare esordire o da valorizzare. E sarà proprio con l’Errante, storica società milazzese guidata da don Vincenzo Patti (all’epoca la parola MISTER non si conosceva…) che farà il suo esordio in Lega Giovanile a soli 14 anni. Rimarrà per due anni segnalandosi per le sue reti e per le fasi di gioco spettacolari, per un ragazzino. A 17 anni fa il suo esordio in Promozione, con il Milazzo. Viene notato dai tanti talent scout del calcio della fine degli anni 50, e società ben titolate si interessano di lui: tra queste la Triestina. Lo vorrebbero anche la Pistoiese e il Messina, ma l’accordo economico non si fa, per cui Mario rimane a giocare a Milazzo, trasferendosi poi a Canicattì alla corte di Colaussi, dove si vedrà aprire le porte dalla Nazionale Dilettanti. Per la sua visione del gioco ed il suo fiuto per la porta (nella sua carriera segnerà oltre 200 reti, risultando per diversi campionati capocannoniere, spesso con oltre trenta gol a fine stagione, e l’uomo vincente dei numerosi derby con i rivali di sempre della Nuova Igea, sarà conteso da diverse squadre, nelle quali giocherà contribuendo alla vittoria finale: l’Ennese, il Gela, la stessa Nuova Igea). Sarà comunque uno degli artefici della storica promozione del Milazzo di Romanetti (con lui nella foto) in serie D, e uno dei punti di forza della successiva stagione, nella formazione guidata da Arnaldo Riva. Si ritira dall’attività all’età di 35 anni, ma rimane nell’ambiente calcistico per formare nuovi giovani e diventare, al tempo stesso, loro maestro e consigliere. E’ giusto ricordare, accanto a lui, anche i fratelli, Pippo e Aldo, calciatori pure loro, anche se la loro bravura ed il loro talento vennero messi in ombra dalla figura del fratello maggiore, così come nel ciclismo la bravura di Francesco Moser ha offuscato la fama dei fratelli Aldo, Enzo e Diego. Ancora oggi, vicino agli 80 anni, Mario Romagnolo è un validissimo maestro di vita, forte delle sue esperienze sportive e nel sociale, e trasferisce a molti giovani la sua passione per uno sport che lo ha visto indiscusso protagonista come giocatore per venti anni, facendolo diventare anche il calciatore più prolifico per le reti segnate, per le partite giocate (oltre 600) e il più popolare dal dopoguerra ai giorni nostri! E l’11/11/11 gli viene conferito il Premio TERMINAL SPORT, nella serata dei NUMERI UNO di tutti i tempi… Un premio che lui gradisce e che corona una carriera esemplare e invidiabile!