ECCO UNA FOTO, una delle tante, scattate dopo la violenza dei temporali che si sono abbattuti sull’Italia settentrionale. Una scenario definito APOCALITTICO dal responsabile della protezione civile…
Qualcuno, passando casualmente da Piazza Sacro Cuore, ha voluto imitare per caso quel che si è abbattuto sulle Dolomiti? Dove non ha potuto la natura, ci è riuscito l’uomo… Ecco cosa abbiamo ricevuto da chi si è meravigliato della fine ingloriosa degli alberi …
Ieri 05.11.2018 ore mattutine, una vigilessa presidiava la zona.
Che a Milazzo a mia memoria non si pianti un albero dall’ultima festa dell’albero (abolita), a memoria nel tempo della scuola media nel 1959, è da tutti risaputo.
Ieri a causa di pochi metri quadri di ammattonato dissestato dalla presenza delle radici superficiali degli alberi di tigli ivi presenti, prospicienti l’ingresso della chiesa del Sacro Cuore di Milazzo, il responsabile del servizio, di preciso non so cosa faccia in particolare se ha dato queste disposizioni, ha ordinato ai giardinieri comunali di radere al suolo i quattro tigli di alto fusto che almeno davano intenso profumo e verde, in un paese da molto tempo ammalorato.
Da geometra penso che sarebbe stato meglio ripristinare l’ammattonato con poca spesa trattandosi di qualche metro quadrato di pavimento disselciato e non tagliare gli alberi.
A Milazzo non si piantano alberi, non si riparano i marciapiedi, in compenso si tagliano gli alberi se danno fastidio a qualcuno.
PIAZZA SACRO CUORE – Oggi, 6 novembre 2018, sono stati celebrati i funerali degli alberi che adornavano la piazza. “Poveretti” loro… prematuramente scomparsi a giudicare dalle condizioni del ceppo che lascia intravedere come essi fossero in piena salute. Fanno il paio con quelli della Via Umberto I° (ben 29 nelle stesse condizioni, come documentato da Terminal nel dicembre del 2015), anch’essi sacrificati sull’altare dell’imbecillità umana.
Certo l’impatto emotivo delle abetaie venete è stato grandissimo ma ciò non può essere preso a pretesto per generalizzare e fare “ad muzzum”, ingiustificatamente, per poi (questa è una costante) asserire che erano fatiscenti con accertato pericolo di crollo. Magari qualcuno (ESPERTO) avesse certificato ciò…saremmo tutti meno amareggiati. Ma questi esperti si trovano solo a Milazzo? E nelle loro decisioni “radicali” non hanno mai pensato che il comune di Milazzo dovrebbe pur sostituire gli alberi che vengono tagliati, o peggio ancora distrutti da litri di acido muriatico e da altre sostanze velenose che vengono buttate nelle radici da chi non ama che siano piantati davanti alle loro vetrine o ai loro esercizi commerciali?
Tempo fa, vidi al termine dell’asse viario, un “addetto al verde”, del comune, che stava “operando” su una delle piante lungo il marciapiede prima del semaforo. Mi son dovuto fermare, al primo spazio libero, per dirgli che stava letteralmente ammazzando una pianta. Al di la della risposta, degna di chi l’ha messo li a fare quel lavoro, ho riconosciuto il soggetto. Ex edile che, per esperienza diretta, non avrebbe dovuto fare nemmeno quello. Non so grazie a quale legge stupida di salvaguardia regionale, un personaggio simile fosse stato messo a distruggere uno spicchio di quel poco verde che abbiamo in città. Ma è l’unità di misura di come, una amministrazione (come le ultime, nell’incapacità son tutte uguali), abbia a cuore o sappia operare sul sociale. Adesso, camminando per la città, ci si domanda se mai, in tempi recenti, un agronomo o addetto reale al verde, abbiano visionato le alberature. Manutenzione, zero, cura radicale, idem; insomma una ipocrita visione di educazione e cura del verde, che mostra i segni in situazioni estreme come quelle di pochi giorni fa. Alberi sani, tagliati alla base, per via delle radici che, naturalmente crescono; alberi malati lasciati a marcire e via cosi. Il verde sembra essere un colore, non politico, poco vicino alle idee di chi dovrebbe, in zona altamente inquinata, metterci in condizione di “avere un piccolo spazio” realmente naturale. Un amico, in visita (toccata e fuga), a Milazzo, mi disse una volta: se piantaste cento alberi, per ogni palazzo (fuori misura), che fate costruire, avreste una piccola Amazzonia”. Detto da uno che abita a mille km di distanza, fa riflettere, per chi sa cosa significhi il termine. Saluti
Apprezzo il tuo impegno da buon cittadino; anche io ho chiesto al capo giardiniere,quella mattina,sotto lo sguardo attento della vigilessa che presenziava la zona, perché stavano tagliando gli alberi di Tigli ,lui mi guarda con aria scocciata, gira le spalle e continua il suo lavoro.
Io credo che i lavoratori , non hanno alcuna colpa di tutto ciò che viene loro erroneamente comandato, la colpa è di assessori, ingegneri, agronomi e responsabili urbanistici comunali, che si sono sempre accontentati, di questi lavoratori, privi di qualsiasi formazione, tenendoli volutamente nelle loro mediocri e precarie capacità di impegno, solo per apparire i più bravi.
Saluti Ciccio