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I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA… COME DIREBBE RENATO ZERO

Il libro ERAVAMO DIVENTATI GRANDI sarà presentato oggi 11 gennaio alle ore 17 presso il salone dei Carmelitani, cui si accede dall’atrio del Carmine. Ma fare una premessa al libro è doverosa…

Figli di quella generazione nata dopo la prima guerra mondiale, vissuta durante il ventennio fascista, costretta dopo anni di guerra a rimboccarsi le maniche per ricostruire il futuro sulle macerie di una bruciante sconfitta, abbiamo avuto la fortuna di vivere una giovinezza fatta di graduali conquiste, giorno dopo giorno.

Abbiamo da farci perdonare la nostra incoscienza, principale responsabile di errori che oggi non ripeteremmo più, anche se non ne siamo tanto sicuri…

Forse cerchiamo di trovare una giustificazione per l’intemperanza: non abbiamo valutato bene come comportarci, abbiamo accumulato errori sopra errori, ci siamo sempre giustificati dicendo che quella sarebbe stata l’ultima volta… ma non ricordo che abbiamo tratto giovamento da sbagli colossali, e abbiamo sempre confidato nella benevolenza altrui e nel perdono per certe trasgressioni che, in fin dei conti, se hanno fatto male a qualcuno, sono servite per fare esperienza.

Siamo stati degli irresponsabili? E chi può dirlo! Alla nostra età ci sentivamo grandi anche se anagraficamente non lo eravamo. I diciott’anni, visti come un traguardo, si rivelavano spesso un punto di partenza! Ci attendeva il foglio rosa, ma non ci era permesso di andare a votare; si chiedevano le chiavi di casa, ma non bisognava fare le ore piccole; pochi fortunati ottenevano la macchina di papà, ma a condizione che ci fosse qualcuno con la patente di guida a fianco… A diciott’anni ci attendeva anche la maturità, sancita dal superamento degli esami di stato, da quella dicitura sul tabellone dei quadri, MATURO!

Mai aggettivo fu più agognato! Era il lasciapassare per la vita, il passaporto per il mondo del lavoro, il biglietto in tasca per andare a studiare lontano, in un’altra città, per affittare una casa, essere indipendente, e guardare con fiducia al futuro una volta conseguita la laurea.

ERAVAMO DIVENTATI GRANDI è il titolo del mio nuovo libro. Ma in quegli anni di contestazione erano proprio i grandi i nostri primi avversari: i “matusa”, così come li chiamavamo, che erano, più degli altri, i nostri genitori; quegli stessi che ci avevano messo al mondo, ci avevano mandato a scuola, e sacrificavano loro stessi sottoponendosi a turni estenuanti nel lavoro per darci un futuro migliore e diverso dal loro.

ERAVAMO DIVENTATI GRANDI, mentre Milazzo cresceva e viveva il suo periodo più prospero grazie al benessere economico vissuto in tutti i settori, è la frase che ci porta a constatare che la giovinezza, l’incoscienza, la spensieratezza, l’arroganza, la presunzione di ieri sono comuni a tutti i minorenni… Rendersi conto e riconoscere gli errori ci assolve.

Erano quelli i migliori anni della nostra vita, come canterebbe Renato Zero. E li abbiamo vissuti tutti, anche quelli il cui nome non è citato nel libro, o non si vedranno nella tante fotografie… Ci siamo fatti grandi, se oggi lo riconosciamo; anche se spesso, facendo prevalere la nostra goliardia, vorremmo convincere noi stessi che il tempo non è mai passato, e la giovinezza vive sempre dentro di noi…

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