“UN ALTRO GIORNALE?” si disse allora. “SI’, MA DOMANI CHIUDERANNO”, aggiunse profetico qualcun altro. Ma dopo sedici anni siamo ancora qui! Alla faccia dei profeti di sventura, degli iettatori, degli uomini di poca fede…
5 NOVEMBRE 2008. ECCO LA NOSTRA LETTERA CON CUI CI PRESENTAMMO AI NOSTRI LETTORI…
“Anche se lavoro, impegni, preoccupazioni, famiglia e peso degli anni ci ricordano che di acqua ne è passata tanta sotto i ponti, siamo convinti di non avere perso quella voglia di stare in prima linea, come ai tempi del Liceo: con la differenza che oggi abbiamo più maturità, più esperienza, più responsabilità.
Parte del nostro tempo libero lo vogliamo occupare per dare vita ad un giornale, così come facevamo a scuola. In quelle pagine ciclostilate mettevamo la nostra giovane età, più per spirito goliardico che per impegno culturale. Il nostro nemico era la censura scolastica, sempre pronta a tagliare o a correggere, impedendoci di esprimerci come avremmo voluto, con la scusa di salvaguardare dalla nostra satira gli insegnanti, il compagno di classe, i bidelli, ritratti nelle vignette. Era vietato scrivere di politica, alla quale qualcuno di noi già strizzava l’occhio…
Vogliamo riscoprire l’entusiasmo di quegli anni, facendo informazione e al tempo stesso divertendoci. Rispetto a ieri daremo spazio alla politica, ma non rinnegheremo la satira e l’ironia, senza offendere nessuno e ospitando chi vuole essere con noi, anche se il gruppo sarà formato da persone di idee diverse. Saremo propositivi, analizzeremo fatti e avvenimenti con maturità e con esperienza, scenderemo in mezzo alla gente, con il fine ultimo di informare e divertire. Non dovremo avere timore della censura, anche se non si salverà nessuno…
Il nostro entusiasmo Vi coinvolgerà: anche se Vi accosterete al giornale per semplice curiosità, siamo convinti che con noi Vi divertirete, rimarrete affascinati e sarete dei nostri. Anche Voi, se vorrete, avrete un Vostro spazio, per essere protagonisti: non solo a parole…“
Ed ecco la prima pagina scritta dal compianto NELLO FERNANDEZ!
La storia della città: tutto cominciò in Piazza Caio Duilio…
QUEL 20 LUGLIO …
… alle 7 del mattino, l’insegna della farmacia Vece sembrava giocare vispa e arzilla. Lampeggiava, si arrotolava, esplodeva, si contorceva. “Minchia” – disse Franco “pari ch’u fammacista spara u giocu i focu prima i iàpriri! Ma non è tradizioni sparari u giocu i focu a fini da festa mentri cca u fammacista spara prima da festa dill’incassu?”
Spaparacchiati sull’alluminio delle sedie del Sergente Bar, a quell’ora c’era un raduno di milazzesi senza niente da fare, di milazzesi ex, che tornano una volta l’anno, ed altri.
Insomma, c’erano quelli che non riuscivano a dormire con il caldo umido ed appiccicaticcio dell’anticiclone africano.
Ora, come per la luce bisogna accendere l’interruttore, al Bar Sergente alle 7 del mattino Franco “cliccò” sulla minchiata mattutina “du giocu i focu”. Era consuetudine che ogni partecipante esprimesse il suo parere. Il più saggio dei milazzesi disse: “Cu focu non si gioca”, mentre il più anglofono tradusse “Giocu i focu” con FAIRPLEY.
“Ma quando mai” intervenne Franco “Ferplei significa modo di fare. Modo di fare gentile ed educato”.
Mamma mia! Era comparsa nella discussione la parola più cara ai milazzesi: FARE.
“FARE è fatica, e a noi chi ce lo fa fare?” disse il milazzese menefreghista.
“Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te stesso”, sentenziò il milazzese teologo!
“Ma che facciamo, scherziamo?” disse il milazzese umorista.
“No, noi dobbiamo fare i seri ed organizzare questa querelle in maniera più produttiva” propose il milazzese manager.
A questo punto sembrava che il tema iniziale “Giocu i focu” fosse stato abbandonato, ma a pensarci bene la discussione, alle 7 del mattino, in Piazza Caio Duilio, al Bar Sergente, di fronte alla Farmacia Vece, era diventata un “Giocu i focu”.
“Ordine” gridò il milazzese autoritario, battendo il pugno sul metallo del tavolino “questa discussione si deve fare con serenità e ragionamento”. Al che il milazzese filosofo si sentì in dovere di proporre la sua logica considerazione:
“Il non fare mantiene gli animi in pace; il non fare FARE evita l’accendersi di giocu i focu”:
Il milazzese saggio osservò che quanto esposto dal milazzese filosofo era una grande verità e che andava perseguita da tutti, al punto che quelli che non la rispettano devono essere criticati. In altre parole egli sentenziò:
“La nostra comunità potrà vivere con giusto equilibrio se il comportamento di ogni milazzese si conforma a: NON FARE – NON FARE FARE – CRITICARE CHI FA.”
Dal venti luglio questo è il motto dei milazzesi.
COMMENTO: L’ing. Nello FERNANDEZ è stato uno dei fautori del nuovo giornale. In sedici lunghi anni tante cose sono cambiate, ma noi abbiamo vissuto all’avvicendamento dei sindaci, dei politici, dei padroni del vapore. Sono rimasti in pochi i fondatori: se erano grandi allora, figuriamoci dopo oltre tre lustri. Ma c’è stato un avvicendamento, anche se i vertici sono rimasti gli stessi. In effetti i fondatori non possono cambiare… e sono contenti di stare al vostro fianco. Grazie a tutti.
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