di Giuseppe FALLITI
Quel che sta succedendo in questo scorcio di estate milazzese ricorda tantissimo un film del 1962, con regia di Vittorio De Sica, dal titolo “I sequestrati di Altona”.
I residenti del Tono (notare assonanza e similitudine) sono stati per giorni interi proprio “sequestrati” da lunghe colonne di auto ed i media locali hanno sostenuto la menzogna di una Milazzo gaudente ed invasa da un “numero artificialmente determinato” di turisti!
Nel film, i parenti di un ufficiale nazista sequestravano il congiunto per impedire che venisse imprigionato e processato per crimini di guerra.
Quando, dopo giorni di segregazione, i residenti del Tono, la cui vita pareva essere assopita per sempre, ricominciano ad assaporare il piacere di quella felice solitudine che avevano scelto per risiedere in una delle zone più belle ed ambite di Milazzo, si accorgono che il Tono non è più il museo della Tonnara, non è più la scuola elementare ormai desertificata per mano comunale, non è più il borgo dei tonnaroti, non è più la mite Festa della Madonna del Tindari, non è più la spiaggia delle famiglie, non è più la quiete dei tramonti tra i più belli della Sicilia, non è più la Grotta Polifemo…
E’ il caos!
Nessun drammatico o appassionato incontro con la politicanza, perché chi comanda mente sulle sorti del benessere dei Cittadini, perché la città di Milazzo è divisa in due zone: una gettata in pasto al consumismo sfrenato e fracassone, l’altra, invece, illusa da promesse di “rigenerazione” (ma chi glielo ha chiesto?).
Eppure esiste una terza zona che è quella del “pensiero libero” che strenuamente combatte per impedire che venga distrutta l’identità, la nostra identità di Milazzesi.
Una sera i Cittadini abbandoneranno le tane dove sono, in una afosa estate, prigionieri di turisti invadenti e, dopo un allucinante vagabondaggio per la città, saranno costretti a vivere come zombie in luoghi irriconoscibili. Tutti i crimini contro la storia, la cultura e l’ambiente di Milazzo non possono essere annullati nel silenzio di una tana oscura o nella prigione decretata da turismo “mordi e fuggi”.
E’ necessario pagare, espiare, anche per quanti, oggi, sono impunemente dittatori?
Fino a quando ci sentiamo liberi, esprimiamo non l’odio che qualcuno vorrebbe attribuirci, ma l’amore profondo verso la NOSTRA città!
Odia la Città di Milazzo chi ne misura la bellezza con i numeri pompati dal computer, quando la bellezza è nella qualità. Odia Milazzo chi usa la vernice per fare aree di sosta a forma di trapezio piuttosto che incentivare i trasporti pubblici e l’uso di mezzi ecologici. Odia la città chi pensa che il turismo possa essere incentivato da giostre e cibi da strada. Odia Milazzo che affida i beni culturali alle industrie che hanno tarpato la vera vocazione turistica di Milazzo. Odia la nostra città chi sperpera denaro pubblico per tagliare gli alberi.
I turisti è vero che portano soldi? Andate a chiedere ai professionisti del settore e vi diranno che in Sicilia si parla di un calo delle presenze del 40% e Milazzo è in Sicilia!
Come nel film “I sequestrati di Altona” vorremmo aspettare Sophia Loren per salvarci e, sicuramente, non sarebbe come nello stupido film di Siani.
Anzi no, assoldiamo gli illusionisti che si esibiscono al Castello per fare sparire le macchine al Tono!
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