COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 2 GIUGNO 2024 (Mc. 14,12-16.22-26)
Durante la festa della Pasqua Ebraica, ogni famiglia Israelita consumava un pasto rituale con un menù simbolico. L’alimento principale era l’agnello in ricordo di quello immolato da Mosè prima della fuga dall’Egitto. Mangiavano anche pane azzimo cioè senza lievito e le erbe amare in ricordo dell’amarezza della schiavitù. Il pasto si completava con la marmellata simbolo della malta usata durante la prigionia, la coppa di vino e l’uovo simbolo di vita nuova. (Cfr. Libro Esodo). I discepoli chiedono a Gesù, dove celebrare il rito della Pasqua Ebraica che conoscono bene e a cui sono abituati. Di fatto Gesù sta per celebrare la Sua Pasqua…che è tutt’altra cosa. Così li manda a Gerusalemme e una volta in città, devono seguire un uomo con una brocca piena d’acqua simbolo di Giovanni Battista. In questo comando è insito un messaggio importante: i suoi discepoli, prima di mettersi alla Sua sequela, devono “passare” da Giovanni, cioè da colui che li invitava alla conversione e al pentimento. La grande sala tutta arredata è simbolo della Terra Promessa. Un “luogo” non geografico, in cui “giungere” dopo aver fatto un cammino di conversione e di liberazione da ideologie di potere. Gesù è consapevole già da parecchio tempo, di non essere gradito ai capi religiosi e politici e, conoscendo la debolezza dei suoi amici, non si stupisce neanche del tradimento che sta per consumarsi. A questa situazione, Gesù risponde con un atto d’amore ancora più grande. Mentre mangiavano prende del pane e benedice ciò che è dono di Dio , la vita. Poi si identifica con questo pane fonte di crescita. E’ come se Gesù dicesse: <Vedete questo pane che vi fa vivere e crescere fisicamente? Ebbene, Io Sono il Pane Vivo che vi fa crescere e maturare spiritualmente. “Nutritevi” di me, dei miei principi e dei miei valori che io difenderò fino all’ultimo istante della mia esistenza. Non li rinnegherò neanche se questo mi porterà ad essere ucciso>. Poi Gesù prende il calice e ringrazia. Ringraziare in greco si dice Eucaros da cui Eucaristia. Il vino è simbolo di vita, quella vita che Gesù ha speso interamente a favore di tutti, insegnando ad eliminare disuguaglianze e discriminazioni basate sulla condizione sociale, sul sesso o sulla cultura. Nell’Eucaristia Gesù ci dona il suo Spirito cioè la sua stessa capacità di amare. Tutti siamo invitati a nutrirci di Gesù e, una volta assimilato, a farci pane-fonte di vita per gli altri. Tutti siamo invitati a bere il calice, simbolo di una vita donata e spesa a favore della realizzazione di una società in cui il più grande è solo colui che si china a “lavare i piedi” del prossimo.
MARIELLA RAPPAZZO
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