UNA INTERESSANTE RICERCA DEL NOSTRO DIRETTORE MARCO GRASSI, CHE MERITA UN APPROFONDIMENTO.
Era il 1640 quando il nobile messinese Domenico Di Giovanni e Giustiniani acquistò dalla Regia Corte il prestigioso feudo di Pedara e, successivamente, anche i confinanti abitati di Trecastagni e Viagrande. Il gentiluomo peloritano costituì così un grosso feudo che in poco tempo gli fu tributato la prerogativa di principato.
Fino al 1777, anno della morte di Anna Maria ultima feudataria di casa Di Giovanni, Pedara e Messina ebbero stretti rapporti commerciali, politici ed artistici che continuarono ancora per un secolo con i discendenti Alliata Di Giovanni.
In occasione dell’imminente Giro d’Italia, grazie alla quinta Tappa che vedrà come partenza Pedara e come arrivo Messina, questo antico filo rosso si riannoderà nel segno dello sport ma poteva essere un’ottima occasione per riscoprire questo importante tassello della storia delle due comunità, apparentemente distanti ma invece molto vicine.
Così attraverso il ciclismo riemerge dall’oblio questa grande storia che vide la famiglia Di Giovanni protagonista di importanti alleanze familiari, significative committenze, legami con prelati della Santa Sede e con il prestigioso Sovrano Militare Ordine di Malta. Un patrimonio storico, artistico, religioso e culturale che attende una riscoperta e valorizzazione attraverso lo studio di nobili personaggi, celebri artisti come il Mattia Preti, significativi monumenti e tracce di questo glorioso passato che accomuna la città etnea e la città dello Stretto.
A breve uscirà un inedito lavoro editoriale che finalmente farà piena luce su queste importanti pagine di storia.
(nella foto, la Chiesa Madre di Pedara con lo stemma dei Di Giovanni)