Chi non ha visto giocare questo campione non può neppure immaginare come giocasse. Una volta, nel 62 o 63, contro una squadra che poteva essere il Modena o il Mantova, gli arrivò una palla al limite dell’area avversaria. La stoppò e comincio a trotterellare verso il centrocampo, in direzione della propria porta. Fece almeno una ventina di metri tra lo stupore di compagni, avversari e pubblico. Poi si fermò. Alzò la palla e con una giravolta colpi al volo di sinistro. La palla era lenta, molto lenta e il portiere avversario avrebbe potuto comodamente pararla. Ma rimase impietrito anche lui, esattamente come tutti i presenti al Comunale. La palla si adagiò lentamente nel sacco. Ci mancò poco che anche il portiere si mettesse ad applaudire.
Sivori era fatto così. Se era in giornata non bastava tutta la difesa per fermarlo. Qualche bravissimo terzino/stopper ogni tanto ci riusciva e un giorno avrebbe orgogliosamente raccontato ai nipoti “quel giorno fermai il grande Omar Sivori, il più grande calciatore di sempre e non gli feci letteralmente toccare palla”.
Che bei tempi quando anche i tifosi avversari lo applaudivano, come noi applaudivamo i loro campioni.
Un mondo che non esiste più.
(Foto dal web).
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