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IL VANGELO DEL 14.7 ED IL SUO COMMENTO

Dal Vangelo secondo Marco – Mc 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 14 LUGLIO 2024 (Mc. 6,7-13)

Domenica scorsa abbiamo visto che Gesù in patria, non aveva avuto successo perché la folla si era lasciata influenzare dalle chiacchiere invidiose degli Scribi. Ciò nonostante Gesù ama questo popolo e convoca il gruppo dei 12 che aveva già formato in precedenza con lo scopo di apprendere il suo messaggio e poi divulgarlo (Mc. 3,13-19). I 12 discepoli non rappresentano solo Israele (le 12 tribù), ma sono il primo nucleo del nuovo Israele, il nuovo popolo di Dio che, avendo dato adesione a Lui, si mette a servizio dell’umanità. Gesù li chiama a sé e li manda (apostoli significa mandati), a due a due. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt.18,20). Non manda ciascuno da solo come se fosse un leader… (perché il vero leader è Gesù), ma a gruppi di due come comunità, anche se piccola. Li manda a diffondere il suo messaggio cioè ad eliminare gli spiriti impuri. Spirito significa forza, energia: quando tale forza è orientata al bene, si chiama Spirito Santo perché allontana dal male. Quando è contrario al bene ed è orientato al potere oppressivo, si chiama Spirito impuro. Il compito dei discepoli/apostoli dunque, è quello di manifestare come comunità, quel bene che si declina in solidarietà, fratellanza e servizio. Gesù ordina che, nello svolgimento di questo compito, i discepoli devono attenersi ad alcune regole basilari. Nel loro servizio agli altri devono essere autosufficienti senza pretendere né cibo né denaro. Attraverso il loro comportamento, devono dimostrare un messaggio di fratellanza senza seguire gli interessi personali come la bisaccia e la borsa. Nel praticare la solidarietà devono vivere con sobrietà senza agghindarsi con due tuniche come i ricchi. Viceversa devono indossare i sandali: un’espressione ebraica che significa essere pronti e solerti nel cammino che li porta a “propagare il Vangelo della pace” (Ef.6,15). Con queste indicazioni Gesù manda i suoi discepoli (noi) a vivere in mezzo agli altri con rispetto fiducia e semplicità. Ma se tale presenza non dovesse essere accettata, “scuotete la polvere da sotto i piedi”. Questo era un gesto simbolico che facevano gli Israeliti quando tornavano dalla terra pagana in Palestina. Prima di entrare in Israele scuotevano la polvere dei sandali per non contaminare la loro terra con qualcosa di pagano. Qui col termine pagano non si intende semplicemente i non Israeliti ma si india chiunque ha un atteggiamento egoista e respingente. Di fronte a situazioni di rifiuto, Gesù non sta dicendo di rinchiuderci nei recinti esclusivi della propria parrocchia, ma invita a offrire un amore a senso unico cioè senza aspettarsi nulla in cambio.

MARIELLA RAPPAZZO

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