Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8,27-33
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024 (Mc.8,27-33)
Prima di riflettere su questo brano, occorre fare una premessa. Il termine greco Cristo, traduce l’ebraico Messia che significa consacrato da Dio a compiere una missione. Secondo la tradizione ebraica, gli Israeliti attendevano un Messia-Cristo con precise caratteristiche. 1) Sarebbe stato mandato da Dio con autorevolezza assoluta. 2) Avrebbe riformato le istituzioni religiose. 3) ripristinato lo splendore della monarchia. 4) Organizzato una rivoluzione armata e cacciato i Romani dalla Palestina. 5) Installato una migliore Teocrazia. In sintesi, un personaggio rivoluzionario e di potere. Gesù vuole sapere dai suoi discepoli che cosa pensa la gente di lui, se hanno capito la sua identità. La risposta è negativa perché la gente non ha le idee chiare, lo confondono con altri personaggi. Allora chiede, se almeno loro, hanno capito la sua personalità e il suo pensiero. Pietro risponde: “Tu sei il Cristo”. Ha risposto bene? No. Infatti, Gesù ordina di non dire niente a nessuno. E’ il così detto “segreto messianico”. Un segreto è una notizia che può essere svelata a poco a poco. Gesù è certamente il Messia-Cristo, ma non alla maniera della tradizione ebraica. Non è un violento condottiero rivoluzionario che s’impone con la durezza del potere. Il suo messianismo può essere svelato lentamente nel tempo, attraverso la comprensione delle sue parole e delle sue azioni. Gesù identifica se stesso con il termine “Figlio dell’Uomo”. Questa espressione indica l’uomo nella sua pienezza, è l’ideale prototipo dell’Umanità secondo il volere di Dio. Un uomo vero, che sostituisce il potere col servizio, la vendetta col perdono e le armi con la pace. Uno che “dovrà soffrire molto ed essere rifiutato dal Sinedrio dai sommi sacerdoti e dagli Scribi e venire ucciso e dopo tre giorni risorgere.” Quindi, non il detentore del potere, ma la sua vittima. Di fronte a questa visione di sconfitta Pietro non è d’accordo. Non comprende la faccenda della risurrezione… ma capisce che Gesù dice che dovrà morire, e allora si ribella! Lui vuole il successo e la vittoria del suo maestro e, di riflesso, la sua. E così, prende Gesù e gli parla in disparte. A modo suo, vuole farlo desistere dal divulgare predizioni di morte. Il risultato è che si becca un rimprovero ancora più grave! Gesù lo chiama Satana cioè tentatore. Colui che vorrebbe farlo desistere dal suo proposito di presentare il vero volto di Dio in contrato con quello dei capi religiosi. Gesù, poiché con i discepoli, per il momento ha fallito, si rivolge alla folla e dice: chi vuole venire dietro a me, chi vuole essere mio discepolo, rinneghi se stesso (rinneghi il desiderio di potere), prenda la sua croce (simbolo del disprezzo) e mi segua. Il vero discepolo di Gesù non avrà trionfi e piedistalli ma incomprensioni e rifiuti. In compenso salverà la sua vita spirituale cioè avrà vissuto in pienezza e realizzato la propria umanità. MARIELLA RAPPAZZO
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