COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 15 DICEMBRE 2024 (Lc.3,10-18)
All’inizio del Vangelo di Luca, dopo i racconti “midrascici” della nascita di Gesù, troviamo la figura di Giovanni Battista collocato presso il fiume Giordano. In quel luogo vicino all’acqua, svolge la sua attività di battezzatore, o meglio di Profeta, che invita il popolo a cambiare comportamento morale. In questo brano troviamo tanti personaggi raggruppati in tre gruppi i quali si avvicinano a lui per chiedere dettagli sulle modalità del cambiamento auspicato. Tutti i gruppi interrogano Giovanni: “Cosa dobbiamo fare?” . Al primo gruppo, composto dalle folle, Giovanni propone la condivisione di ciò che si ha con chi non ha. Al secondo gruppo, composto dai pubblicani, (esattori delle tasse) Giovanni propone di svolgere il lavoro con onestà e correttezza. Al terzo, composto dai soldati romani, propone di non usare violenza o fare saccheggi a danno del popolo conquistato. Complessivamente il Battista predica il rispetto, la solidarietà, la fratellanza. Questo suo parlare piace molto alla gente che comincia a supporre che sia lui il Messia che gli Israeliti attendevano. Il Messia, secondo le aspettative, avrebbe inaugurato un tempo di giustizia e di pace con grande autorevolezza proveniente direttamente da Dio. Giovanni appare, ai loro occhi, come uno che possiede tutte le prerogative per essere il Messia=Cristo designato da Dio. Giovanni però delude le loro attese affermando che lui battezza solo con acqua cioè propone un lavaggio/cancellazione del peccato, ma la forza del cambiamento interiore la darà solo Uno (Gesù) che è più importante di lui e a cui lui stesso “non è degno di slegare i lacci dei sandali”. Questa espressione deriva dalla legge del Levirato il quale affermava che se una donna rimaneva vedova senza aver avuto un figlio, il cognato (levir) doveva metterla incinta previa cerimonia dello slegamento dei sandali. Quest’affermazione non è solo un atto di umiltà da parte di Giovanni ma è il riconoscimento della caratteristica principale di Gesù. Il diritto di fecondare cioè dare vita al popolo (paragonato a una vedova che non ha nessuno che la difende) appartiene a Gesù. “Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Lo Spirito di Gesù non è qualcosa esterno all’uomo come l’acqua, ma è una forza divina che Gesù dona interiormente. Il fuoco era simbolo del castigo di Dio per i peccatori. Gesù non parlerà MAI di castigo perché il Signore è un pedagogo ed educa con l’amore. Giovanni afferma che il Messia: “Raccoglierà il frumento nei granai e brucerà la paglia”. E’ l’immagine di un Messia che premia i buoni e castiga i malvagi. Quando si renderà conto che Gesù non premia e non castiga nessuno, ma a tutti offre il suo amore senza condizioni o discriminazioni, Giovanni andrà in confusione come vedremo nelle prossime puntate. MARIELLA RAPPAZZO
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