Dal Vangelo secondo Marco – Mc 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 22 SETTEMBRE 2024 (Mc.9,30-37)
Questa è la seconda volta che Gesù preannuncia la fine della sua vita biologica. Sarà arrestato, condannato e ucciso. Ma dopo tre giorni risorgerà. Questa espressione significa che il suo Io, la sua persona, la sua identità vivrà per sempre. Il numero tre indica la perfezione, la parola risorto significa vivo cioè Gesù sarà perfettamente vivo per sempre. I suoi discepoli però non comprendono… non sono ancora pronti a fare ragionamenti così alti e soprattutto, dopo la sgridata che si era presa Pietro, nessuno ha il coraggio di chiedergli spiegazioni. E’ difficile per loro cambiare mentalità: si aspettavano un Messia leader rivoluzionario, capace di grandi gesta… non un Messia ucciso! Il vero Messia sarebbe stato invincibile, sarebbe stato il riscatto di Israele e non poteva certo fare una brutta fine! Forse Gesù non lo era? Proseguono il cammino verso Gerusalemme pieni di dubbi e perplessità. Ciò nonostante credono che una volta giunti in città, Gesù otterrà la leadership che si merita. Avrà la gloria, e con lui anche i suoi amici discepoli. Lungo la strada, Gesù li sente parlottare e chiede: di cosa state discutendo? Ma essi tacciono: evidentemente si vergognano. Infatti stavano cercando di individuare chi, tra di loro, una volta giunti a Gerusalemme, sarebbe stato il suo braccio destro, il vice capo, il più grande, il più riverito. Questi discepoli però, non hanno fatto i conti con Gesù che smorza i loro sogni di gloria e di grandezza. Il Signore si arma di santa pazienza, si siede (atteggiamento autorevole del maestro) e dice che se qualcuno vuole essere il più grande di tutti, deve farsi il più piccolo e se vuole essere il primo, deve farsi ultimo. I discepoli ingoiano il rospo. Gesù prende un ragazzo, un garzone, un fattorino, uno di quelli che non contano nulla, uno tra gli ultimi, lo abbraccia e dice: lo vedete questo piccolo ragazzetto? Nonostante lavori tutto il giorno, nessuno lo prende in considerazione, nessuno gli è grato. Se volete essere miei discepoli dovete accoglierlo e trattarlo con rispetto. Perché se usate rispetto verso i più emarginati, i più poveri, i più invisibili, avete rispettato e accolto me. E chi accoglie me accoglie Colui che mi ha mandato cioè Dio. In altre parole accogliete l’Amore e accogliendo l’Amore avete realizzato la vostra piena umanità, siete diventati veramente grandi. Questo concetto è il fulcro di tutto l’insegnamento di Gesù. A noi il compito di tenere gli occhi aperti perché il signor Potere, sa bene come travestirsi con gli abiti del signor Servizio in modo da essere libero di manipolare, comandare, opprimere… MARIELLA RAPPAZZO
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