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IL VANGELO DI DOMENICA 23 FEBBRAIO e il suo commento

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Parola del Signore

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 23 FEBBRAIO 2025 (Lc.6,27-38)

Questo brano del Vangelo di Luca è ricco di spunti di riflessione. Gesù invita i suoi discepoli a sintonizzare la propria esistenza con l’onda d’amore di Dio che è come il sole, dona vita a tutti gli esseri umani senza distinzioni o discriminazioni. Gesù si rivolge ai suoi discepoli però, più che pretendere da loro una perfezione difficilmente raggiungibile, intende descrivere Dio. Il messaggio del brano e si poggia su 5 pilastri. 1) Essere misericordiosi. La bontà estesa anche ai nemici sembra impossibile. Ciò nonostante Gesù invita ad avere un atteggiamento di trasformazione interiore, cioè far diventare amico chi è nemico e non nutrire interiormente sentimenti di astio. Abramo Lincoln fu criticato perché era troppo indulgente con i suoi nemici, ma lui rispose: “Non distruggo forse i miei nemici quando li trasformo in amici?”. Questa trasformazione (eliminare il concetto di nemico), richiede un’abilità e una nobiltà d’animo che richiamano la bontà materna. 2) Fare agli altri quello che vorremmo sia fatto a noi stessi. La parola chiave è “fare” quindi adottare un atteggiamento attivo e creativo, cioè immettere nella società energia positiva che si manifesta col sostegno e la solidarietà al prossimo. 3) Disinnescare la violenza. “A chi ti percuote, offri l’altra guancia”. In passato l’errata interpretazione di quest’ affermazione, ha permesso violenze e oppressioni di ogni tipo. Porgi l’altra guancia non è buonismo sciocco… non significa restare passivi di fronte alla violenza. Tanto è vero che quando una guardia ha schiaffeggiato Gesù, il Signore si è guardato bene dall’offrire l’altra guancia! Ha cercato invece, di far ragionare quel soldato che col suo gesto intendeva compiacere al potente di turno. (Gv.18,23). Dicendo “offri l’altra guancia” Gesù afferma che il male si deve fermare. Significa non ricambiare il male ricevuto con altro male ma inventarsi qualcosa per disinnescare la spirale della vendetta. Gesù non invita mai al martirio e neppure a subire in maniera passiva la violenza fisica, sessuale o psicologica, perché tale violenza va neutralizzata e bloccata. Non invita a “sopportare pazientemente le persone moleste” ma a denunciare e mettere chi produce violenza, nella condizione di non nuocere più. Gesù intende riportare l’individuo alla sua vera natura, quella di essere immagine di Dio capace d’ inventare strategie adatte a tutelare la dignità e l’incolumità di ognuno. 4) Non giudicare e non sarete giudicati. E’ inevitabile esprimere opinioni ma certamente l’opinione non deve essere una condanna arbitraria. Questo tema apre al confronto e al dialogo rispettoso delle posizioni altrui. 5) Pregare. Pregare non significa ripetere tante parole codificate in filastrocca. Significa entrare in sintonia con Gesù, accorgersi delle problematiche sociali e attivarsi per risolverle. Chiedersi sempre: cosa avrebbe fatto Gesù in questa situazione? E la risposta arriva.

MARIELLA RAPPAZZO

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