di Cristoforo TRAMONTANA
Sostenere che, su Imane “sembra esserci un alone di mistero” e se ci si incaponisce sulla tesi che la sinistra e la destra si contrappongano su questo tema non si è compreso profondamente che il soggetto è l’essere umano. Persona che, come tale, non può ricevere gravi lesioni morali, solo per far vendere i giornali e aumentare lo share in Tv.
Non avevo mai avuto sentore che, in un paese islamico, si possa nascere, si possa vivere, si possa cambiar sesso e si possa partecipare alle Olimpiadi da transgender, con la benedizione degli Imam. E parliamo di una nazione, l’Algeria, che in passato ha assistito ad una fatwa decretata dal clero islamico nei confronti dei musicisti “pop raï”, sol perché avevano osato difendere lo status nel quale sono relegate le donne. Si ricorderà il brano Aïcha, del cantante Kaled. Pertanto, intervenire sul tema partendo da presupposti fittizi, non fa altro che accumulare “tifo” senza giungere a soluzioni ma, incrementando confusione e ignoranza.
Imane Khelif non è una donna con poteri da Avengers, anzi vanta un curriculum non proprio esaltante visto che, su 46 incontri disputati dal 2018 (senza mai aver procurato ferite o ecchimosi gravi alle avversarie), ne ha persi ben 9, che significa il 20% di sconfitte.
Una campionessa di boxe, che risponde al nome di Beatriz Ferreira, ha disputato ben 108 incontri perdendone solo 8, meno del 10% ma su di lei non si è alzato nessun polverone, mai.
Conoscete la pugile italiana, Imma Testa? Bene, questa ragazza ha disputato ben 150 incontri perdendone 30, solo il 16%.
Ma c’è di più. Caster Semenya, atleta androgina, aveva avuto ragione dalla Corte Europea dei Diritti Umani, come vittima di discriminazione, anche se poi le fu imposto di sottoporsi a farmaci che avrebbero fatto scendere i livelli di testosterone, ai quali non fece mai ricorso.
Poniamoci allora una domanda: se l’etica sportiva condanna il doping per elevare le performance degli atleti, perché il doping per calmierare i livelli “naturali” è comunque ammesso dalla stessa, identica, solita, etica sportiva?
Concludo con una considerazione. Proviamo a chiederci quale sarà lo stato d’animo di un essere umano nato donna, quando si sentirà dire “sei un uomo”.
Quante volte abbiamo sentito l’orrenda frase “è un masculu”?
Proviamo ad entrare in simbiosi con la persona che riceve un tale vergognoso “complimento”. Bisogna esser cauti nel divulgare fake news o a costruire fenomeni da baraccone sui social e attraverso i media, è un atto vile, discriminatorio e opprimente. Quando si sbatte il mostro in prima pagina, viene annullata totalmente la vita di una persona, il suo passato, il contorno familiare nel quale è cresciuta, ciò che di buono o eroico ha fatto, viene cancellata la sua psiche.
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