di D. B.
La “neutralità” può avere il suo “fascino”, rende “distaccati” e “immuni” dalle eventuali critiche che arrivano quando ci si schiera apertamente.
Dal pulpito neutrale poi è facile bacchettare gli schieramenti, non dovendo nemmeno giustificare possibili elementi negativi legati alla propria scelta.
Si prenda come esempio il conflitto in Ucraina, quando persino quelli che fino allo scoppio della guerra erano “russofili” abbandonarono i loro propositi per diventare neutrali o peggio ancora “russofobi”.
Essere accostati alla guerra, a chi ha deciso di impugnare seriamente le armi, cosa che purtroppo conduce anche alla morte di innocenti e alla distruzione di strutture civili, è una cosa che non è prerogativa di tutti; solamente chi ha una conoscenza profonda di certe dinamiche, una chiara visione del mondo e aderisce alla stessa fino in fondo può sopportare il fardello della scelta di essere da una parte, soprattutto quando questa è identificata come quella cattiva senza appello dalla propaganda dove si vive.
Gli eventi sono utili per comprendere veramente le persone, fanno scoprire gli altarini e soprattutto fanno saltare fuori gli ipocriti, i peggiori di tutti.
Il 22 Febbraio 2022 è servito anche a questo.
Le persone non si schierano pro o contro la guerra, ma pro o contro la verità. Ciò che abbiamo visto negli ultimi anni a partire dall’isteria pandemica, poi finto pacifismo proucraino con i ruoli invertiti nel conflitto israeliano/palestinese non può non indurre una persona normale di qualsiasi orientamento politico a convincersi di una falsità inaudita del circo politico/mediatico che ci circonda
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