Che la crisi del commercio abbia colpito tutti, non c’è alcun dubbio. Di chi sia la colpa non è dato saperlo, perchè questa situazione si trascina da anni. E’ vero che nell’ultimo biennio la pandemia ha inferto un colpo mortale alle aspettative del settore, e difficilmente i commercianti di Milazzo (come quelli del resto della penisola) riusciranno a venirne fuori: ed a poco contano i ristori, perchè le spese per chi decide di aprire un’attività commerciale sono alte, e non solo a Milazzo. Se diciamo che Milazzo è un caso a parte, non sbagliamo! La foto ed il comunicato stampa del comune parlano chiaramente. “Appena quattro commercianti presenti su quasi un centinaio di inviti. E anche se tre rappresentavano diversi associati di Confesercenti (Maria Pensabene), Centro commerciale Naturale (Pippo Russo e Angelica Furnari) e “Amiamo Milazzo” (Maurizio Capone), … non si può non sottolineare il poco interesse da parte di singoli operatori commerciali cittadini”.
Che siano stati tenuti a casa dall’emergenza COVID, è un’ipotesi che non prendiamo nemmeno in considerazione; così come non prendiamo in considerazione il fatto che ci fossero file chilometriche di clienti e non potevano “lasciare”… Che i rappresentanti delle sigle presenti possano fare da portavoce, riferendo ai propri aderenti quel che è emerso dalla riunione in un’aula consiliare desolatamente vuota, ci pare azzardato e non ci sentiamo di avvalorare questa ulteriore ipotesi. Noi crediamo invece che a queste riunioni non crede più nessuno, ed il fallimento della politica (in campo nazionale ed a livello locale) è sotto gli occhi di tutti. Pandemia a parte, il confronto con chi è sempre ritenuto la causa di questa crisi che attanaglia il centro di Milazzo è solo scaricare su altri le colpe di decenni di scelte inopportune e quindi errate! L’evoluzione del commercio nel corso degli anni, e per commercio intendiamo anche i pubblici esercizi, e non solo l’abbigliamento o le confezioni, c’è stata! In questa città nessuno se n’è reso conto, per cui oggi i nodi vengono al pettine. A che valgono le riunioni SENZA COMMERCIANTI? Bastano le richieste di uno sparuto gruppetto di coraggiosi a portare avanti le proposte a nome e per conto di chi non c’è o di chi reputa inutile sentire solo proposte e promesse ed ha altro a cui pensare?
Sarebbe opportuno, piuttosto, spostare l’attenzione sui veri motivi che attanagliano il commercio locale. E’ per caso la pandemia? Sono gli enormi interessi che ruotano attorno ai gruppi ai quali si rivolgono milioni di acquirenti? Sono gli affitti che vengono richiesti? Sono i clienti che calano perchè soldi ce ne sono ben pochi? E’ Parco Corolla? O è per caso il mercato settimanale? O forse sono i cinesi? O piuttosto le tasse che vengono richieste? Forse sono i prezzi alti che vengono praticati, o la mancanza di parcheggi? Magari la colpa è da ricercare altrove, ma consentiteci di scrivere che in questa città sono ben pochi i negozianti che possono definirsi tali: non c’è stato un cambio generazionale, e molti si sono improvvisati commercianti, gestori di pubblici esercizi, imprenditori, offrendo merce di dubbia qualità e servizi inefficienti. I politici dovrebbero parlare anche di questo, quando convocano i commercianti di Milazzo. Che secondo noi POTREBBERO ESSERE CONTATI SULLE DITA DI UNA MANO… Per l’appunto quei quattro presenti!
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