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INCREDIBILE! ASSISTE LA FIGLIA AMMALATA E VIENE LICENZIATA!

E’ QUANTO AVVIENE A MILAZZO: PROTAGONISTI, IL TITOLARE DI UN PUBBLICO ESERCIZIO DEL CENTRO E UNA SUA DIPENDENTE. IL FATTO POTREBBE AVERE STRASCICHI LEGALI!

Quando si parla del connubio maternità e lavoro, è d’obbligo pensare ai diritti delle mamme lavoratrici, ed è infatti la stessa Costituzione che tutela questo ruolo considerata la sua importanza. Ecco cosa succede a Milazzo, in un noto locale del centro: una giovane madre che da Barcellona P.G. raggiunge quotidianamente il suo posto di lavoro che consiste per alcune ore nel promuovere la location in cui lavora attirando i clienti all’interno, la scorsa domenica, improvvisamente, si è dovuta assentare per un delicato motivo di salute che ha coinvolto la sua bambina, informando prontamente il proprietario del locale.

Le condizioni della bambina, di soli 4 anni, hanno preoccupato i genitori, al punto che è stato necessario ricorrere all’iimediato trasferimento tramite ambulanza al Pronto soccorso del dipartimento infantile del “Cutroni Zodda”. Qui le sono state praticate le terapie del caso, per una infezione che aveva provocato febbre altissima e spossatezza.

Nella giornata di lunedì la bambina ha eseguito le analisi di laboratorio per scongiurare qualsiasi anomalia, e per rassicurare i genitori. Ma la mamma, rasserenata per le migliorate condizioni di salute della figlia, in compenso ha ricevuto dal suo datore di lavoro il licenziamento in tronco.

Il discutibile procedimento è avvenuto, UDITE UDITE, per messaggi attraverso il cellulare senza alcun confronto, indisponendo così la dipendente che aveva utilizzato gli strumenti disponibili della lavoratrice: “Nessuna umanità per mia figlia, non è corretto che una lavoratrice per un motivo di salute familiare molto serio debba ricevere un licenziamento in tronco illegittimo. Sto valutando di adire alle vie legali. Ci tengo a diffondere questa incresciosa vicenda per tutelare tutte le mamme che si ritrovano nella mia condizione”.

Dalla risoluzione del contratto e da questa storia di amarezza si evince come la contabilità burocratica ha prevalso sulla sensibilità umana ed ora questa mamma dovrà affrontare anche la disoccupazione. Tuttavia bisogna a scanso di equivoci indagare sull’evoluzione dei fatti, ma sembra evidente che nella fattispecie le motivazioni del licenziamento non abbiano fondamenti reali. Per questi casi, la lavoratrice può rivolgersi ad un ente sindacale o ad un avvocato esperto in materia di diritto del lavoro per poter avanzare le proprie pretese di reintegro nel posto di lavoro nelle opportune sedi giudiziarie.

RISPOSTA – Abbiamo provato a sintetizzare le comunicazioni che ci sono state fornite, evitando di riportare i nomi delle persone coinvolte, quello del locale ed ogni altro dettaglio personale. La risoluzione di UN RAPPORTO DI LAVORO, ammesso che sia stato messo in essere attraverso un regolare contratto e debitamente sottoscritto, NON PUO’ avvenire con un semplice SMS. Non conosciamo nemmeno i criteri sui quali detto rapporto possa essere stato basato: ore di lavoro richieste alla “dipendente”, clausole di salvaguardia a tutela della stessa, che non possono essere cancellate o modificate da altre più favorevoli al datore di lavoro, comunicazioni in caso di assenza o impedimenti, demandati, ci pare ci capire, agli sms. E non sappiamo nemmeno come avviene la corresponsione.

C’è un’ampia giurisprudenza che tutela il rapporto di lavoro. Noi suggeriremmo DI NON PENSARCI TROPPO, E DI ADIRE LE VIE LEGALI, PARLANDO CON UN AVVOCATO. Ma prima consiglieremmo alla dipendente di FARSI NOTIFICARE il licenziamento come per legge… Ed allora, se quel che la stessa afferma corrisponde a verità, e sono state ravvisate irregolarità anche nel rapporto lavorativo, dubitiamo che il titolare del locale possa avere speranze di spuntarla. Un’ultima cosa vorremmo ricordare: dopo quanto accaduto, nen pensi certamente, la signora, di tornare a lavorare nello stesso locale e con lo stesso proprietario. Non crediamo che ci siano le condizioni per continuare a prestare la propria opera! 

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