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INGLORIOSA FINE DEL “MASACCIO”

CONDANNATO A MORTE IN QUEL TERRENO DEMANIALE DEGRADATO, IN UNA ZONA CHE I MILAZZESI HANNO PER DECENNI AMATO, VITTIMA DI SCELTE SULLE QUALI NOI NON ABBIAMO NESSUNA POSSIBILITA’ DI INTERVENTO. MA NON POSSIAMO FARE A MENO DI ESERCITARE IL NOSTRO DIRITTO DI CRONACA E COMMENTARE, AMARAMENTE, LA FINE DI QUELL’ALISCAFO CHE TRASPORTO’ MIGLIAIA DI PASSEGGERI…

Come tutti i mezzi della SIREMAR, anche quell’aliscafo ebbe il nome di una grande del Rinascimento. E venne battezzato Masaccio, artista fiorentino del XV secolo. Dopo avere solcato per anni il mare che più ci è amico, e collegando la nostra città con le isole Eolie, l’aliscafo ebbe una disavventura proprio un anno fa, a Stromboli, quando si adagiò sulla spiaggia dell’isola, grazie alla perizia del comandante ed agli uomini dell’equipaggio, che con quella manovra evitarono che le violente ondate potessero causare danni maggiori ai passeggeri. Il mezzo, con le ferite ancora visibili nella struttura, fu riportato a Milazzo e depositato a “binario morto” sul terreno demaniale di Acqueviole, alla fine di via Tindaro La Rosa, proprio sotto la vecchia stazione. Condanna immeritata la sua: il silenzio che da decenni avvolge la vecchia stazione di Milazzo ha fatto un’altra vittima. Condannata a morte la prima dall’imbecillità e dall’incuria degli uomini, anche MASACCIO, aliscafo con il nome di un grande del Rinascimento stava scontando la sua pena prima di esalare l’ultimo respiro. Nessuna foto che ritraesse, in stupidi e inopportuni selfie, turisti o maniaci dell’autoscatto! Quelli sono riservati alle macerie dei terremoti, e al relitto della CONCORDIA. Il MASACCIO nonostante avesse salvato vite umane, sperava che qualcuno volesse ridargli la possibilità, quanto meno per riconoscenza, di prolungare quella vita che oggi, giovedì 22 giugno, gli è stata tolta da un incredibile e inspiegabile incendio che ancora una volta ha richiamato l’attenzione dei media sulla nostra Milazzo. Fiamme e poi un denso fumo nero, proveniente sempre da lì… in linea d’aria la Raffineria si trova a due passi! No, non era la Raffineria, meno male, hanno pensato tirando un sospiro di sollievo i milazzesi che man mano che passavano i minuti sono stati rassicurati! E’ solo il MASACCIO, ha preso fuoco, chissà come. Ma non interessa a nessuno, solo una notizia da battere. Nessuna vittima. Anzi una, il vecchio e glorioso aliscafo, sacrificato come si fa per quegli animali da soma, che non hanno più la forza per tirare il carro. Condannato senza appello proprio qui, di fronte ad una stazione condannata a morte pure lei. A due passi dal centro che ancora oggi boccheggia prima di esalare l’ultimo respiro!

(foto gentilmente concessa da IL DIARIO METROPOLITANO)

 

 

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