ROBERTO VECCHIONI, CHE NEL 1977 CON LA CANZONE IN ONDA OGGI OTTIENE QUEL SUCCESSO CHE INSEGUIVA VANAMENTE DA DIVERSI ANNI.
Dopo sei album apprezzati solo da una cerchia ristretta di estimatori, Roberto Vecchioni, cantautore milanese, incide un disco in cui si ispira ad un racconto arabo. Il titolo è SAMARCANDA, città dell’Uzbekistan, il cui etimo significa “fortezza di pietra” e si trova lungo la via della seta nel percorso tra la Cina e l’Europa. La canzone nasce nel pieno degli anni di piombo, e narra di un servo che incontrò la Morte al mercato del paese. Corse dal padrone e gli chiese un cavallo veloce per fuggire dalla nera signora, alla volta di Samarcanda, cioè lontano da lei. Il padrone acconsentì, poi scese al mercato e domandò alla Morte perché avesse spaventato il servo. La Morte candidamente rispose: “Non l’ho spaventato, ero solo stupita perché lo aspettavo stasera a Samarcanda”. Nella canzone Vecchioni cambia i protagonisti: il servo diventa un soldato, il padrone un re. Se è vero che la Morte lo aspetta a Samarcanda, il soldato non le va incontro sorridente, ma continua a fuggire, per non rinunciare alla sua vita: è l’istinto di sopravvivenza, l’aspirazione all’eternità insita in ogni uomo. Il brano raggiunge il terzo posto in classifica, ma segnerà l’inizio della scalata del professore Vecchioni verso il successo. Da segnalare nell’esecuzione anche la presenza di Angelo Branduardi, con il suo violino.
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