di Cristoforo TRAMONTANA
Si parla di Sanremo, quindi non si parla più del processo mediatico, contro “l’evasore” Jannik Sinner colpevole di non onorare il debito con lo Stato italiano lui che, considerato “dei nostri”, scappa all’estero e si pappa tutto il malloppo guadagnato.
Ma davvero le cose stanno così?
Sinner paga le tasse negli Stati Uniti, proprio là dove gioca i tornei. La sua ultima vittoria è stata in Australia ed è lì che pagherà il suo debito con il fisco. Sarebbe assurdo per chiunque accettare di pagare 2 volte la tassa sullo stesso introito.
Si griderebbe “governo ladro”
Quando invece Sinner gioca a Roma, paga sia le tasse, sia le percentuali dei proventi pubblicitari, al fisco italiano.
Questo è quanto recita l’art. 17 del Modello OCSE secondo il quale, è consentita la tassazione dei compensi nello Stato estero (diverso dallo Stato di residenza) a condizione che l’attività sportiva o artistica, con carattere di intrattenimento, sia ivi esercitata.
La norma regola tutte le prestazioni realizzate dallo sportivo o dall’artista nello Stato in cui avviene l’attività a prescindere da qualsiasi altra condizione. relazione governativa al testo unico delle imposte sui redditi, la norma è volta a contrastare potenziali fenomeni di evasione.
Ecco svelato l’arcano, i grandi campioni dello sport e gli artisti di grande attenzione, trasferiscono il proprio domicilio fiscale in uno Stato dove non c’è alcuna pressione fiscale. E’ un escamotage più che comprensibile, dato che a nessuno, e ripeto NESSUNO, piace pagare le tasse due volte per una medesima prestazione. E’ il principio secondo il quale sempre più anziani vanno all’estero a passare la loro vecchiaia.
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