Una canzone del Festival di Sanremo 1964, di Calabrese e C.A. Rossi, affidata a Fausto Cigliano e Gene Pitney, non arrivò in finale. Il brano non fece presa sul pubblico sanremese, ma ricordiamo a noi stessi che in quegli anni il festival non veniva votato in casa, dagli esperti conduttori radiofonici e delle radio. Molti non sanno comunque che la canzone doveva essere cantata da Mimì Bertè, nome assunto da una ragazza che in quello stesso anno interpretò IL MAGONE e che in futuro si sarebbe chiamata MIA MARTINI! Troppo piccola per una canzone dalle tonalità come E SE DOMANI: eppure la Mia nazionale aveva 17 anni, la stessa età di Gigliola Cinquetti, la vincitrice con NON HO L’ETA’. Mentre Cigliano colleziona una ennesima sconfitta a Sanremo (ne ha fatto 5 presentando 7 canzoni, la migliore della quali ottiene il 6° posto con Nilla Pizzi nel 1959), Gene Pitney verrà ancora al festival (nel 1964 era quotato la bellezza di 5 milioni di lire a serata!), la canzone finisce nel dimenticatoio. Fino a quando Carlo Alberto Rossi, che già aveva confezionato il non entusiasmante successo sanremese LE MILLE BOLLE BLU, convinse Mina ad incidere il disco, e viene inserito dapprima in un 33 giri ufficiale realizzato per la Ri-Fi, con cui vince l’Oscar del Disco ’64; quindi come facciata B di due 45 giri di successo, UN ANNO D’AMORE (27 settimane in classifica con 16 presenze al primo posto). Ma qui non va dimenticato il successo di quegli anni di Mina, a Canzonissima…
Commenti