Vincitrice di Sanremo ’70, CHI NON LAVORA NON FA L’AMORE rappresenta uno degli scivoloni più grossi di Celentano ed una virata di 360° rispetto ai temi progressisti fino a quel momento proposti dal molleggiato.
Reduci dall’autunno caldo del ’69 caratterizzato da un impressionante monte ore di sciopero nelle fabbriche italiane, Celentano si fa portavoce delle istanze padronali, dipingendo gli operai come lavativi ed assenteisti, che scioperano “due giorni su tre”, aggressivi e violenti, dato che il protagonista della canzone per tentare di recarsi regolarmente al lavoro resta vittima di un “grosso pugno in faccia” in seguito al quale, recandosi a piedi (sciopero del tram) dalla guardia medica, deve scoprire amaramente che anche il dottore sciopera.
Ovviamente i responsabili di tutto questo caos sono gli scioperanti stessi, nei confronti dei quali vengono incitate le consorti ad un ricatto a sfondo sessuale: niente lavoro, niente sesso, come dice il titolo stesso: estremizzando, anche nel matrimonio la prestazione sessuale è scambiata col salario, in una forma di prostituzione legalizzata.
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