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LA COMPAGNIA TEATRALE TABULA RASA IN SCENA IL 25/8 ALLE 21 NELL’ATRIO DEL CARMINE

Giuseppe Impastato, detto Peppino, nacque a Cinisi il 5 gennaio 1948, da una famiglia legata a Cosa nostra: il padre Luigi (1905-1977) era stato inviato al confino durante il periodo fascista per la sua appartenenza alla mafia. La madre Felicia Bartolotta (1916-2004), casalinga figlia di un impiegato comunale di Cinisi, aveva cercato di evitare il matrimonio quando aveva scoperto i rapporti di Luigi con la mafia. Peppino era il primogenito ed ebbe due fratelli minori entrambi di nome Giovanni, il primo nato nel 1949 e morto di meningite nel 1952 all’età di soli 3 anni, il secondo nato nel 1953.

Il ragazzo ruppe presto i rapporti con il padre, che lo cacciò di casa, e avviò un’attività politico-culturale di sinistra e antimafia. Dal 1968 in poi partecipò, con il ruolo di dirigente, alle attività delle nuove formazioni comuniste, come Il manifesto e, in particolare, Lotta Continua. Condusse le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.

Nel 1976 costituì il gruppo Musica e cultura, che svolgeva attività culturali; nel 1977 fondò Radio Aut, con cui denunciò i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo di Gaetano Badalamenti, successore di suo zio Cesare Manzella come capomafia locale, che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto di Punta Raisi. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica in cui Peppino derideva mafiosi e politici.

Nonostante le minacce e le continue pressioni della comunità locale, nel 1978 si candidò nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma non fece in tempo a sapere l’esito delle votazioni perché venne assassinato a campagna elettorale ancora in corso, la notte del 9 maggio, su commissione di Badalamenti, venendo colpito a morte o tramortito con un grosso sasso (che venne rinvenuto a pochi metri di distanza, ancora sporco di sangue) e tentando di far apparire la sua morte come dovuta a un attentato fallito o a un suicidio, per distruggerne anche l’immagine, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia Palermo-Trapani. La lista di Democrazia Proletaria ottenne 260 voti e un seggio; il suo,  che gli elettori votarono comunque, simbolicamente, nonostante fosse deceduto.

La morte di Peppino Impastato passò inosservata, poiché nella stessa giornata, una decina di ore dopo, venne ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, in via Caetani a Roma.

Ad un anno dalla morte, il 9 maggio 1979, il Centro siciliano di documentazione organizzò, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d’Italia, a cui parteciparono 2 000 persone provenienti da tutto il Paese.

Nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo emise una sentenza, firmata da Antonino Caponnetto in cui si riconobbe la matrice mafiosa del delitto, attribuito però a ignoti. Il 5 marzo 2001 la Corte d’assise riconobbe Vito Palazzolo colpevole e lo condannò a trent’anni di reclusione. L’11 aprile 2002, a distanza di quasi 24 anni dal delitto, anche Gaetano Badalamenti venne riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo.

Questa in breve la storia di Peppino Impastato, alla cui vita è dedicato il film I cento passi, uscito nel 2000 con la regia di Marco Tullio Giordana, in cui Impastato è interpretato da Luigi Lo Cascio. Il film è una ricostruzione della vita e attività di Peppino; i “cento passi” che separavano casa sua da quella di Tano Badalamenti non sono solo una metafora usata dal regista, ma sono la reale distanza presente tra quelle che erano la casa della famiglia Impastato e la casa del boss. Precedentemente a I cento passi, Peppino Impastato era già stato fonte d’ispirazione per il personaggio di Daniele Rannisi tra i protagonisti della settima stagione della celebre serie televisiva La piovra.

Il 25 agosto, domenica, alle ore 21 nell’atrio del Carmine a Milazzo, la Compagnia Teatrale TABULA RASA porterà in scena un lavoro ispirato alla storia di Peppino Impastato, dal titolo ASCUTATIMI!!!! VI CUNTU LA STORIA DI PIPPINU IMPASTATU, per la regia di Giuseppe Pollicina. 

Un lavoro estremamente delicato quello scelto dalla Compagnia Teatrale “Tabula Rasa” di Milazzo. Un lavoro difficile che si distingue da tutti gli altri scelti dalla Compagnia, in grado di affrontare temi abbastanza impegnativi.

Siamo certi che la bravura di un gruppo di attori dilettanti non ha più nulla da invidiare ai più fortunati professionisti del settore teatrale. Non ci sentiamo di escludere nessuno dai complimenti, a cominciare da Adriano Russo, interprete di Pappino Impastato; poi Gaetano Andriolo, nella parte di Vito Palazzolo, autore materiale del delitto; quindi Giuseppe Cultrera che offre un’interpretazione indimenticabile. E poi tutto il resto: Lucia Sottile, Claudio Bucca, Giulia Andriolo, Vanessa Maio, Antonio Sergente, il duo Onde Sonike, Antonio Currò e Lycia Rotina.

Onore a tutta la Compagnia “Tabula Rasa”: l’amore, la passione, la dedizione e l’impegno dimostrato sono enormi, tali da non far più distinguere il teatro dilettante o amatoriale da quello professionale.

Appuntamento domenica sera alle ore 21 nell’Atrio del Carmine: e complimenti anche al Comune di Milazzo, patrocinatore dell’iniziativa. 

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