PUBBLICHIAMO LA LETTERA SCRITTA DAI FAMILIARI DELL’EX DIRETTORE DELLA “GALILEO” SCOMPARSO ALCUNI GIORNI FA.
Scarperia (Firenze), 30 novembre 2017
Carissimi, con grande dispiacere non possiamo essere fisicamente con voi per ricordare il nostro caro papà, ma il nostro cuore è lì, insieme a voi, quello stesso cuore che si è riempito di commozione e di orgoglio nel sapere tutto quello che state facendo in memoria di nostro padre.
Con grande dispiacere non possiamo essere lì nella nostra Milazzo, nella nostra parrocchia del Sacro Cuore a poche centinaia di metri da quel primo piano in Via Tenente Minniti che rimarrà per sempre la nostra casa.
Con grande dispiacere non possiamo essere in mezzo a voi. Voi che non avete mai mancato di dimostrare il vostro affetto e il vostro rispetto nei confronti di nostro padre e di noi tutti. Voi che continuate a dimostrarlo ancora oggi nonostante siano passati 22 anni da quando ci siamo trasferiti a Scarperia.
Qualcosa però possiamo fare…
Possiamo ringraziarvi per aver condiviso con nostro padre i suoi anni più belli.
Possiamo ringraziarvi per averci mostrato una Sicilia meravigliosa, fatta di persone speciali, che hanno reso concretoil significato di parole come generosità, umanità, rispetto, tutti valori cari a nostro padre e che ci ha sempre trasmesso.
Possiamo ringraziarvi per il bellissimo articolo pubblicato su Terminal e per la S. Messa di suffragio.
Proprio sabato scorso, cercando conforto tra i ricordi, leggevamo il libro di Massimo Tricamo “Storia dell’industria a Milazzo dall’unità ad oggi” e ci commuovevamo guardando la bellissima foto di papà felice e sorridente in mezzo alla sua gente, ai suoi colleghi, alla sua famiglia, perché, come diceva sempre anche lui, questo siete stati, una famiglia. Una famiglia che unita ha creato un qualcosa di straordinario, un gioiello, un motivo di orgoglio per tutti: le Officine Galileo di Sicilia.
Un’azzeccata battuta del film Benvenuti al Sud recita che quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte. Per tutti noi è stato così, e in particolare a nostro padre le lacrime sono sgorgate nel lasciare Milazzo, le Officine e tutti voi a dimostrazione di un legame profondo fatto di volti e relazioni e non certo di macchinari e contatori.
Nostro padre lascia un vuoto incolmabile, ma a noi figli anche una grande eredità… essere degni del suo nome.
La gola si stringe e le parole sono insufficienti, ma per quel poco di cui siamo capaci vogliamo ringraziarvi ancora per la vostra incredibile vicinanza. Grazie. Grazie. Grazie.
Con affetto.
I figli, Simone e Stefano Berti, e la moglie Bruna.
(La foto pubblicata è stata tratta dal libro “Storia dell’industria a Milazzo dall’Unità ad oggi” di Massimo Tricamo, Lombardo edizioni, 2008)