C’era una volta una Milazzo che amava uno sport che si praticava addirittura sul lungomare Garibaldi, durante la festa del Santo Patrono, o a piazza San Papino, quando bastavano solo delle balle di paglia per recintare il circuito e offrire qualcosa di diverso, di alternativo, per coraggiosi, per appassionati, ma anche per giovani irresponsabili.
Erano definiti irresponsabili perché amavano il rischio, perché praticavano uno sport che non dava sicurezza in caso di un incidente. Uno sport strano, nuovo, differente dagli altri: seduti su macchinette senza alcuna protezione, con quattro piccole ruote, con un casco in testa e tutto affidato alla loro abilità!
Era il go-kart, termine al tempo sconosciuto, che venne pubblicizzato grazie ad una canzone di un diciottenne Gianni Morandi, Go-kart twist! Vulnerabili, su quelle macchinette che avrebbero potuto effettuare un testa-coda con facilità, basta abbordare male una curva, ma soprattutto coraggiosi, perché i loro nervi saldi e la concentrazione li proteggevano mentre inanellavano giri su giri, sfrecciavano rombando, si rimettevano in gioco dopo le sbandate e riprendevano velocità per dimostrare di essere forti. Erano i campioni di ieri, quelli che si sfidavano seduti su un telaio realizzato in officina, sul quale veniva montato un motore, quattro ruote, un volante, un sedile… Tutto frutto di passione e grazie alla conoscenza dei pezzi da montare: quale aerodinamica, quali regole, quali calcoli sofisticati di ingegneri meccanici… il loro rapporto con i motori non aveva nulla da spartire con studi successivi che avrebbero condizionato ogni momento della gara, sfruttando ogni minimo dettaglio. Il piede sul freno permetteva di conoscere la condizione delle gomme, quello sull’acceleratore il rendimento del motore che non doveva, non poteva tradire chi aveva puntato sul suo fedele alleato! Altri tempi. E se non fosse stato per quei coraggiosi di ieri, non avremmo conosciuto questo sport.
Uno di questi pionieri era CICCIO BARTUCCIO, che aveva passato la sua vita a costruire go kart. Era una passione la sua, che lo coinvolgeva al punto da stimolarlo ed invitarlo a competere, a misurarsi con altri piloti appassionati dell’epoca. Un altro era SALVATORE DE PASQUALE, chiamato Turuzzo dagli amici. Dopo di loro tanti altri, ma mai nessuno che a Milazzo abbia eguagliato le gesta di questi due grandi.
Sono due amici del tempo che fu, grandi sportivi e fantastici interpreti di uno sport che a Milazzo avevamo conosciuto grazie alla festa di Santo Stefano.
Tanti ma tanti anni fa… quando sul lungomare si vedeva da lontano quella bandiera a scacchi e gli avversari seminati per strada. E sulle tribune, uno sventolare di bandiere, ed un boato, e poi il meritato trionfo, con migliaia di persone che tifavano per loro.
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