E’ STATO PER DECENNI IL SOGNO DI MIGLIAIA DI GIOVANI. MA QUALCOSA NON VA PER IL VERSO GIUSTO… VEDIAMO COSA.
La piscina dei desideri, intitolò venti anni fa il periodico CENTONOVE. Poi, fu costruita, ma i desideri sono rimasti. E non è detto che siano sempre realizzabili. Andiamo per gradi: è stata costruita in una zona destinata agli impianti sportivi, e si accede da una strada a scorrimento veloce. Veloce perchè così hanno stabilito gli automobilisti e tutti coloro che la percorrono, di giorno e di notte! Una arteria pericolosissima, e dispiace far notare che nessuno ha a cuore la sicurezza dei cittadini, specie dei residenti, dei quali ci siamo occupati poichè proprio coloro che abitano nel complesso LA PRIMULA sono a rischio quando devono tornare a casa. Al buio, dopo che hanno rubato per l’ennesima volta i cavi di rame della pubblica illuminazione., Ma torniamo alla piscina. Il primo desiderio è quello di arrivarci intero, e di tornare a casa stanco dell’ora di nuoto, ma non dopo le dimissioni da un qualsiasi ospedale. Infatti per chi viene dall’Asse Viario o da San Paolino, l’entrata verso la piscina, non lo espone ad alcun rischio – la svolta viene sulla propria destra. L’operazione inversa, alla fine dell’attività sportiva, comporta, invece, l’attraversamento di quella “bretella” sulla quale i veicoli sfrecciano a velocità sostenuta. Nelle ore serali, specialmente con l’accorciarsi delle giornate, queste manovre avvengono generalmente al buio ed i rischi sono facilmente immaginabili. Analoga situazione deve affrontare chi viene da lato Spiaggia di Ponente con modalità invertite: pericolo per entrare nel piazzale della piscina perché costretto a fermarsi al centro della carreggiata e poi – calcolando tempi e distanza di chi arriva a forte velocità – svoltare rapidamente a sinistra per mettersi in sicurezza al di là dell’attraversamento; l’ uscita – a fine attività – è più agevole – ma pur sempre a rischio.
Sull’arteria la presenza dell’innesto-piscina non è affatto segnalata; il piazzale – grandissimo – non è adeguatamente illuminato; due soli punti illuminanti (molto defilati) lo lasciano nel buio più profondo. Si tenga conto che il tratto di strada di fronte al piazzale è privo di illuminazione (chissà perché…giusto in quel punto l’economia?); in questo stesso piazzale sbocca anche una stradella secondaria che – costeggiando la recinzione dell’area piscina – proviene dal Palazzetto dello sport cioè da quella che doveva essere una zona di insediamenti sportivi. Per tale motivo questa strada è stata intitolata ad un grande sportivo milazzese: Nino Romano. I due flussi di traffico (scarsi per quantità di veicoli, tranne casi particolari) non sono assolutamente incanalati nel portarsi verso la bretella se non da alcune strisce bianche, sbiadite all’inverosimile, che male svolgono il compito al quale dovrebbero assolvere, cioè incanalare. Allo sbocco (largo non meno di 50 metri – cioè enorme), manca tutta la segnaletica verticale tipica degli innesti: stop – dare precedenza e quant’altro.
Un piazzale così grande, con inviti ad arco abbastanza ampi nel punto di innesto, di fatto viene percorso – sia in entrata che in uscita – con traiettorie tutte personalizzate da parte di chi sceglie, a modo suo, una traiettoria o un’altra indifferentemente. Ne deriva che ognuno si approccia all’attraversamento del vialone in posizione di volta in volta diversa e senza la protezione di qualsivoglia presupposto fisso (cordolo…aiola, ecc.). Dopo “tanto” piazzale era certamente necessario predisporre aiole spartitraffico che più correttamente avrebbero disciplinato il traffico. Assurdo, per essere l’imbocco verso un polo sportivo, un raccordo così realizzato, perché basta non calcolare al centesimo di secondo il tempo di arrivo delle vetture che sfrecciano (da ambo le direzioni), per trovarsele sulla fiancata. E, statene certi, non ci andrebbero di mezzo soltanto un paio di sportelli e qualche paraurti. Peraltro, a parte un limite di velocità (30km/ora – 20km/ora che nessuno rispetta), manca tutta la segnaletica preventiva tipica di incroci o innesti, sia da lato levante che da lato ponente. Il cartello con limite 20Km/ora è del tipo volante (distante pochi metri dal precedente), montato su un “trespolo” che sporge sulla carreggiata, e appare atipico. Insomma una serie di omissioni che prestano il fianco non solo alla segnalazione – che riteniamo – dovuta, ma anche allo sconforto.
A nostro avviso sarebbero necessari: l’installazione di semafori a luce gialla lampeggiante alimentati con piccoli pannelli fotovoltaici (c’è un esempio sull’asse viario poco prima di arrivare a Milazzo); la segnaletica stradale preventiva con l’indicazione incrocio/innesto; uscita automezzi; dissuasori di velocità; migliorare la luminosità di quel piazzale anche con un palo centrale di adeguata altezza e punti luminosi quanto basta; rivedere tutta la segnaletica orizzontale prevedendo -soprattutto- la tipica zebratura trasversale che impone il rientro a destra ed il successivo stop per consentire facilità/regolarità di imbocco del piazzale piscina senza doversi fermare in mezzo alla carreggiata col rischio di venire tamponati ancor prima di iniziare la svolta a sinistra. Operazioni indispensabili, queste, di completamento vista la carenza progettuale o esecutiva e per sopperire alla …“cecità” (il termine è calzante visto che la zona è al buio!). Non si può prescindere da questi adeguamenti o da altri interventi parimenti idonei, a meno che non ci si mette nelle condizioni di dire, in caso di incidente… “…pòviru figghiu… era distìnu”.
Ed ancora: dal cancello della piscina si esce senza dover osservare alcuna prescrizione in ordine a codice della strada (non c’è alcuna segnaletica,) e… si entra senza leggere (perché non c’è) un cartello “procedere a passo d’uomo, anzi spingete la macchina per non rischiare incidenti”. Inoltre il cancello di ingresso è talmente grande che impone la striscia continua di mezzeria (che non c’è) per incanalare chi entra e chi esce: rammentiamo che chi entra provenendo da San Paolino, si immette nel cancello con svolta a 90°, cioè – alla cieca – e chi esce, lo fa – come già detto – a modo proprio; ergo i “frontali” sono possibilissimi. Una strisca a terra costa quasi niente. Sarebbe un’assurdità dover registrare qualche tragedia mentre ci si appresta ad attività ludico-sportive assecondando la propria passione sportiva che espone alla eventualità di vedersi proiettato in aria da qualche folle.