Una rassicurazione che ricorda quella che Renzi fece a Letta qualche anno fa. Qui però Midili (e tutti gli altri che lo hanno preceduto, in ogni parte d’Italia) può dormire sonni tranquilli: il calo della popolazione sta interessando tutta la nostra penisola, e quando si punta l’indice accusatorio contro qualcuno, evidentemente non si capisce molto di dinamiche demografiche. Ho rilasciato delle semplici dichiarazioni a OGGI MILAZZO, e queste hanno scatenato commenti più disparati da parte di chi si lascia prendere la mano. Che per Milazzo ci si trovi davanti ad un dato (o meglio a tre dati, perchè si tratta di tre anni, il 2018, il 2019 e il 2020) in base al quale la popolazione legale del comune è, a parole, superiore a quella comunicata dall’ISTAT, deve piuttosto far riflettere: perchè questo ritardo nel verificare i dati? Le istituzioni tengono conto dei dati ISTAT se devono decidere, e come leggevo su OGGI MILAZZO, le decisioni SU DATI NUMERICI INFERIORI possono essere penalizzanti per il nostro comune, il quale, a mio avviso, dovrebbe reagire contro quelle istituzioni che utilizzano dei dati non validati!
Ma, come si diceva prima, SINDACO STAI SERENO. Non ha nessuna colpa, nè lui, ma nemmeno chi c’è stato prima di lui! Si tratta di un calo che dura da anni. Non traggano in inganno, per chi volendo saperne di più e consulta le tabelle o la popolazione finale degli ultimi venti anni, i valori numerici finali quasi sempre simili!
Occorre approfondire l’indagine, cosa non facile, e verificare il numero di abitanti nelle varie fasce di età.
Voglio farvi un esempio: se nel 2001 la fascia dei bambini che avevano da 0 anni a 4 anni era pari a 1395 abitanti, quello stesso numero lo dovremmo ritrovare dieci anni dopo, e quindi nel 2011, nella fascia 10/14: infatti dopo dieci anni quei bambini del 2001 sono cresciuti ed avranno da 10 a 14 anni. Se il dato presenta variazioni in più o in meno è segno che qualcuno di quei bambini è emigrato, o che altri bambini sono arrivati a Milazzo! Continuando, quei 1395 bambini nel 2021 avranno da 20 a 24 anni perchè sono cresciuti. Un loro calo o un loro aumento è legato ai movimenti migratori (più probabili in uscita per motivi di studio o per lavoro o ad arrivi di immigrati giovanissimi). Infatti ne vengono registrati, al 2020, 1520.
Lo stesso discorso si può fare con le altre fasce di età: il numero della fascia 30/35 dopo dieci o venti anni lo dovremmo trovare nella fascia 40/45 e 50/55, e così via.
Ma tornando alla fascia 0/4 anni, nel 2011 o nel 2021 quel numero 1395 è stato sempre immutato? Purtroppo no, segno che qualcosa è cambiato, in primo luogo le nascite. Nel 2011 erano 1293, cento in meno; addirittura nel 2020 la fascia 0/4 anni ammonta a 1008 bambini, quindi se ne sono persi quasi 400. Il discorso vale per tutte le altre fasce d’età e per tutti gli altri comuni d’Italia che conoscono il calo demografico!
Se qualcuno aveva pensato che l’arrivo delle famiglie di immigrati da paesi in via di sviluppo avrebbe invertito la rotta, ha sbagliato, e non è la prima volta! Mi chiederete: “E perchè gli immigrati non hanno soddisfatto le previsioni degli esperti?“. Perchè le condizioni di vita dell’Italia rendono impossibile il mantenimento di una famiglia con quattro o cinque figli! Anche per gli immigrati si è verificato, nell’arco di pochi anni dal loro arrivo, quello che si è verificato per le famiglia italiane! Quindi una contrazione della popolazione totale, con un numero sempre più assottigliato delle fasce giovanili (evidenti le conseguenze a livello di formazioni di classi scolastiche fin dalle primarie), un aumento della popolazione anziana, che con il passare degli anni si ridurrà per motivi fisiologici senza avere la possibilità di essere rimpiazzata, numericamente, dalle fasce che la precedono (chi nel 2001 era nella fascia 50/54 anni, ed erano 2198, oggi dovrebbe essere nella fascia 70/74 anni: ce ne sono 1937? E perchè non ci sono? Ci sono stati trasferimenti di residenza, decessi, e cos’altro? E sono stati rimpiazzati da chi è arrivato nel frattempo a Milazzo? Ma nel 2020 la fascia 50/54 ammontava a 2537 unità, quindi è aumentata). Ecco l’analisi quantitativa; diversa ovviamente da quella qualitativa, sulla quale il discorso sarebbe lungo e meriterebbe un approfondimento o diversi approfondimenti: compito del Sindaco, dell’assessore alla Famiglia o di chi altro? NON SOLO DI MILAZZO, ma di tutti i comuni che conoscono questa inversione di tendenza (parlare di trend è riduttivo e fuorviante: qui il problema non è il calo, ma l’aumento considerevole degli anziani nei confronti dei quali devono essere adottate misure di sostegno, ma è chiaro che con il passare del tempo anche quel numero andrà ad esaurirsi…). In una mia pubblicazione edita dal comune di Milazzo nel 2001 invitai ad incrementare le specializzazioni in geriatria prevedendo una crescita degli anziani (molti dei quali, purtroppo, in precarie condizioni di salute!). Dopo venti anni, cosa è stato fatto? Se allora di anni ne avevo 50, oggi ne ho 70 ed a pieno titolo sono entrato anche io fra gli anziani: testimone diretto dei costi sociali e sanitari che gravano sul servizio sanitario e sullo stato!
Non sta a me trovare i correttivi, ma un suggerimento per riportare “in linea” la popolazione posso sempre darlo: innanzitutto – come qualcuno ha scritto nei commenti su OGGI MILAZZO – mettere in vendita le decine di case abbandonate al prezzo simbolico di UN EURO. La cosa non piacerà ai proprietari, ma almeno servirà a scuoterli dal loro torpore centenario! E poi, accertare quanti siano i nuclei familiari in cui i componenti sono NON SEPARATI IN CASA, ma residenti IN COMUNI DIVERSI nonostante siano tutti sotto lo stesso tetto. Se la tassazione viene rapportata al numero dei componenti sullo stato di famiglia, c’è un danno per l’ente che incassa di meno mentre i servizi (prendiamo come esempio la raccolta dei rifiuti prodotti dalla stessa famiglia) aumentano. Ed altri che non stiamo qui ad elencare perchè è un compito del politico muoversi per evitare il peggio.
In ogni caso – vogliamo ribadirlo – la situazione del calo demografico interessa tutta Italia. Ed ancora siamo all’inizio di un periodo che non promette nulla di buono. Milazzo cento anni fa aveva una popolazione di 20573 abitanti. Nel 1951 erano 22013. La crescita ha fatto seguito all’arrivo dell’industria e al conseguente sviluppo edilizio ed urbanistico. Se il fenomeno dell’industrializzazione dovesse cessare, precipiteremmo sotto i 20 mila abitanti! Accontentiamoci di quel che passa il convento! Mal comune, mezzo gaudio!
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