L’incubo della patrimoniale é tornato. In attesa di decidere se marciare divisi o uniti alle prossime elezioni, i partiti di centrosinistra si sono riuniti per un confronto sulla proposta di una tassa patrimoniale.
I tre leader dell’opposizione e hanno trovato un minimo comune denominatore sull’eterna chimera della patrimoniale, raccogliendo l’assist fatto da Andrea Roventini, docente al Sant’Anna e in passato vicino al M5s. Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, la discussione «va fatta a livello europeo», anche se la «tassa sui grandi patrimoni non può essere tabù». Anche per il leader M5s, Giuseppe Conte, una patrimoniale «va fatta a livello globale o quantomeno europeo, è un problema non solo di equità fiscale, ma di qualità della democrazia».Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha proposto di cominciare dall’Italia, frenando la fuga dei capitali con un sistema che preveda la tassazione «negli anni successivi, anche nel momento in cui i capitali sono usciti» dai confini. «Dobbiamo lavorare a un’alleanza globale sul terreno della tassazione dei super ricchi. Ma c’è anche una questione che riguarda noi in Italia – ha spiegato Fratoianni -. Credo che sia arrivato il momento dell’imposizione patrimoniale sulle grandi ricchezze».
Immediata é stata la replica del governo. «La sinistra pensa sempre alle tasse – ha detto il vicepremier Antonio Tajani -. Fino a quando FI sarà al governo non ci sarà alcuna patrimoniale. Noi siamo per ridurre la pressione fiscale. Questa è una priorità per tutelare il ceto medio». Fratelli d’Italia, invece, ha commentato sui social: “Poi si domandano perché continuano a perdere alle elezioni”.
da linformazione.info
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