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LA STRANA MANIA DEI POLITICI BUROCRATI EUROPEI! COMPLICARE CIO’ CHE E’ SEMPLICE!

L’ennesima ingiunzione UE: la strana mania di attaccare i tappi alle bottiglie di plastica. Noi tutti abbiamo già sperimentato la difficoltà di poterci versare un sorso di acqua mineralizzata dalle bottiglie di plastica in commercio e ci siamo spesso chiesti perché l’industria abbia accettato tale ingiunzione, specialmente quando invece che nel bicchiere il liquido si riversa sui pantaloni.

Tutto ciò deriva dalla norma europea che impone che i tappi di plastica debbano essere attaccati alle bottiglie ed abbiamo obbedito pedissequamente credendo quasi ad una boutade, una sparata “ad minchiam…dal francese”). E invece no , si tratta di una decisione meditata e consapevole.

E poi ci si domanda ancora perché anche i più fieri conniventi della burocrazia di Bruxelles dichiarino la loro incredulità di fronte ad alcune norme che sembrano quantomeno assurde. In effetti un’inchiesta privata relativa ai tappi delle bottiglie di plastica ha messo in ambascia i più utopistici partigiani di questa Unione Europea.

Un tale soggetto è stato affrontato con una serietà che ha superato ogni patetismo ed in un lusso di circonlocuzioni penose che la dice lunga sul processo normativo europeo e sull’effetto auto-trainante della macchina legislativa brussellese capace di meccanismi folli che spesso si alimentano da soli.

Una circolare europea, la 2019/904 si era infatti soffermata sulla strategia europea sulle materie plastiche nell’economia circolare (Carneade,  avrebbe detto il buon Alessandro, chi era costui?) ed ha coraggiosamente deciso di dover affrontare il problema della plastica che finisce in mare.

Nella norma si legge che la nuova direttiva riguarderà soltanto la plastica ad utilizzo unico, lasciando intendere che verrà esclusa la plastica veramente problematica come le micro-plastiche, la plastica in generale e quella riutilizzata due e tre volte, forse perché di essa se ne occupano già i lobbisti delle migliaia di consorzi esistenti. La normativa si applicherà quindi solo ad un nemico ben identificato dai Soloni di Bruxelles: i tappi di plastica.

In una specie di lista di proscrizione la direttiva inserisce i tappi per bevande, compresi i loro metodi di chiusura ed i coperchi, i prodotti del tabacco ed i filtri commercializzati per essere utilizzati nel comparto, le salviette umide per uso corporale e domestico, le decorazioni utilizzate per le feste dei bambini, tranne quelle utilizzate per applicazioni industriali che non sono commercializzate al grande pubblico, i sacchi di plastica leggera e le salviette igieniche.

Il fulcro della direttiva può evincersi all’art 6 dove si dice testualmente che gli Stati membri verificheranno che i prodotti in plastica ad uso unico, dotati di tappi e coperchi in plastica, saranno autorizzati alla vendita soltanto se tali tappi e coperchi resteranno attaccati ai contenitori. E se voi pensaste che, alla fine, la normativa dovesse essere poco precisa, vi rimanderemmo alle norme previste per assicurarsi che i tappi in plastica restino ben attaccati al contenitore: “ la resistenza dei tappi UE deve essere comprovata sia in orizzontale che in verticale, ad una velocità di misurazione pari a 200 mm/al secondo, ad una temperatura di 23 gradi celsius”. E tutto questo alla lettera.

I burocrati di Bruxelles (a proposito, non sono essi esseri ultra-illuminati, ma semplici vincitori di concorso) producono quindi, forse pagati a pezzo, una formidabile officina di norme, in un compendio di dettagli tanto precisi quanto ridicoli e terrificanti, a guisa di quelle dittature che pretendono di addolcire la realtà col potere della carta e del disegnino (tipo quello che riproduce millemetricamente una bottiglia che rispetta le misure esatte).

Così, mentre il pessimo Trump chiude i finanziamenti alle organizzazioni fasulle, toglie i generi a favore dei due soli esistenti in natura, blocca le leggi varate del presidente uscente per tutelare i crimini dei suoi, vara programmi di rilancio industriale ed economico, eccetera, apre in pratica una nuova Età dell’oro in America, beh l’Europa ragiona ancora di fave, banane e tappi di plastica.

Eugenio Preta

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