NESSUNA REGOLA, TANTE PROTESTE. MA CHI SONO QUESTI SIGNORI CHE GODONO DI PROTEZIONI E CHE SI PERMETTONO DI LAVORARE INDISTURBATI, FOTTENDOSENE DEI CITTADINI CHE POI SI RIVOLTANO CONTRO L’AMMINISTRAZIONE?
Non sono ancora bastati giorni e giorni di disagio a quanti transitano sulla S.P. 72 Capo Milazzo, ma ieri, ore 16,40 si è raggiunto il colmo. Per l’intero pomeriggio l’importante arteria è rimasta “sbarrata” ad intervalli di circa quindici minuti, con successiva, lenta ripresa ed incolonnamento a senso unico alternato. Un mostro d’acciaio di notevoli dimensioni la stava letteralmente sezionando trasversalmente con una ruota dentata munita di rostri diamantati. Almeno c’erano i diamanti che la rendevano meno orrenda. Ma non erano le sue fattezze a creare l’azione di disturbo al regolare transito dei veicoli, bensì la sua posizione ortogonale all’asse della strada e l’ingombro totale della carreggiata. E non bastava essa macchina poiché, contemporaneamente, altra sua similare scavava l’asfalto longitudinalmente accumulando i detriti sul bordo dell’effettuato scavo. Un inferno? – Certamente ! – Danno collaterale ?: Una lunga fila di autovetture; anzi, due lunghe file una lato nord e l’altra lato sud. Accade che imprese (forse per conto di Telecom, ma poco importa quale sia la stazione appaltante) continuano a martoriare il già troppo vulnerabile territorio per posare cavi di fibre ottiche interessando tantissime zone cittadine. Strada sbarrata, abbiamo detto…Ma di Polizia Urbana nemmeno l’ombra. A governare il traffico con gesti impropri, c’erano due operai del cantiere (uno lato nord ed uno lato sud) che imponevano la fermata…l’accostamento…la ripresa alternata allorquando la macchina infernale si fermava. Poveracci, facevano del loro meglio in un campo che certo non era di loro competenza.
Santa pazienza! – Tutti zitti ed incolonnati, forse stupiti dall’evento inaspettato; ma, tanto, il rumore assordante di quel disco “diamantato” avrebbe messo la sordina a qualunque strombazzamento di clacson. Finalmente la macchina con tutti i suoi “tesori” finisce il suo intervento – quasi chirurgico – lasciando un solco trasversale sull’intera larghezza della carreggiata che non piangeva per la violazione subita sol perchè – per sua fortuna – è inanimata. E qui comincia il bello, anzi esattamente l’inverso! – Potevano mai quei due poveretti saper governare il traffico di oltre una cinquantina di veicoli che dovevano alternarsi nel riprendere il via? Caos totale e scavalcamento di quella ferita larga circa 20 centimetri con ruote che si “immergevano” nel vuoto di quella piccola trincea per poi riemergere dopo un doppio sobbalzo…prima le due anteriori e poi le altre due.
A parte l’enfasi descrittiva volutamente marcata per rendere bene l’idea, ci si chiede se sia mai possibile assistere a tanto libero arbitrio che si impone fra capo e collo di noi cittadini inconsapevoli e senza la possibilità di esercitare il proprio arbitrio – in questo caso sacrosanto – di scegliere una strada diversa. Se vogliamo scomodare il termine civiltà, diciamo che in un Paese civile, considerata la non estemporaneità degli interventi e la loro non breve durata, si sarebbe approntato un piano operativo che prevedesse tempi e modalità di intervento al fine di avvisare, doverosamente e per tempo, la cittadinanza. Ma gesti così sensati mai hanno avuto Patria in Milazzo; “gli impegni sono tanti e non si può badare a tutto”…; chi vuole prenda…faccia a proprio comodo. Ma quanto dovrà durare questa inaspettata pazienza? – Certo il progresso è progresso ed è prerogativa specifica dell’uomo; altrimenti saremmo ancora dentro le caverne o palafitte. Ne deriva che i lavori, quali che siano, devono essere eseguiti. Ad minchiam, ma eseguiti! Però, ogni cosa ha un limite, anzi deve averlo. Non si può tirare sempre la corda; basterebbe un po’ più di attenzione attivandosi di volta in volta come le circostanze richiedono. Esistono – volendolo – mille modi per comunicare con i cittadini, dai giornali locali e non, ai social che certo non sono nati per i gossip né per mettersi in mostra in modo più o meno pudico e generalmente discutibile. Meditate, gente…meditate!!! Siamo nel 2016 e niente è impossibile. La gente finirebbe di lamentarsi (a ragion veduta), senza sprecare il proprio tempo inseguendo questo o quell’altro problema e starebbe invece consapevolmente in attesa di vedere i risultati dopo tanti disagi che – se preavvisati, se partecipati , se chiariti come è preciso dovere fare – se non imposti senza criterio né rispetto – i disagi stessi sarebbero certamente tollerati perché l’attuale modus operandi non è più tollerabile.
Vogliamo sorprenderci? Scandalizzarci? Incazzarci?…oppure, more solito, lasciamo che tutto scorra e tutto prosegua nel silenzio assoluto. Silenzio, è bene ricordarlo, da parte dell’amministrazione, la quale si guarda bene dall’avvertire o affiggere in comune o in giro per la città, per colpo di genio o per comunicazione, scusate il termine poco conosciuto, democratica, informazioni relative agli interventi che si verificano sul territorio. Nessuno vorrebbe ricordare che esistono delle leggi nazionali sulla sicurezza che obbligano ( e qui il condizionale non lo metto perché una legge è legge) gli operai a lavorare con i dispositivi per la sicurezza personale, che gli operai che utilizzano attrezzature meccaniche devono avere effettuato dei corsi presso enti certificati, che anche la gestione del traffico, in presenza di cantieri stradali, deve essere gestita da personale qualificato e preparato. Capisco che potrei parlare di cose poco chiare o soprattutto passare per presuntuoso, ma non ci posso fare nulla…..quando vedo la minchiata, mi informo. Mi rendo conto che qualcuno dal nord, vedendo queste porcate, possa pensare che siamo tutti così come dire? collusi, con un sistema di anarchia operativa e di comodo che ci solleva da impegni a volte legislativi, ma vorrei rassicurare che non è così. Lo dimostrano le denunce e le lamentele che ormai, a pioggia battente, arrivano quotidianamente in Redazione (lo deduco dai servizi messi in rete dalla testata).
Capire quale debba essere il passo successivo, è difficile. Potremmo dire che non ne abbiamo il potere, come ad esempio scendere dall’auto e chiedere i permessi alla ditta che sta sventrando la strada e che con ottime probabilità, lascerà quella cicatrice sull’asfalto senza curarsi dei danni che possono derivargli. Chiedergli se sono in regola con le norme della sicurezza…..chiedergli le poche cose necessarie per occupare il suolo pubblico e lavorarci, senza cartelli che segnalino il problema, e il personale formato a dovere. Ma mi rendo conto che essere utopici, soprattutto a Milazzo, sia un problema. In attesa di piccoli passi verso la legalità e la presenza dello Stato in quanto tale (per la nostra tutela e sicurezza), salutiamo questa cittadino dormiente…..