DIFFUSI I DATI INPS, CHE CONFERMANO QUANTO TEMUTO: VENENDO MENO GLI INCENTIVI, LE AZIENDE NON AVREBBERO PIU’ ASSUNTO. MA RENZI QUESTO NON LO SAPEVA? IN COMPENSO CRESCE IL PRECARIATO, MA SEMPRE DI LAVORO SI TRATTA PER CHI DEVE FAR CREDERE CHE L’ITALIA E’ FUORI DAL TUNNEL…
Il saldo dei contratti stabili tra gennaio e maggio 2016 è crollato del 78% rispetto all’anno scorso, mentre non si ferma il boom dei voucher, che registra un’impennata del 43%. I numeri dell’Inps confermano tendenza ormai consolidata da inizio 2016: da quando gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato sono dimezzati, le imprese hanno smesso di investire sui contratti a tutele crescenti.
Nel dettaglio, nei primi 5 mesi dell’anno sono stati attivati 712mila rapporti stabili (comprese le trasformazioni da contratti precari), mentre si sono registrate 629mila cessazioni. Il saldo positivo, dunque, è di 82mila unità: si tratta di un valore decisamente inferiore ai 379mila contratti dello stesso periodo di un anno fa. Il dato è peggiore anche del 2014, quando si attestava a quota 122mila.
E anche allargando lo sguardo a tutte le tipologie di contratto, si registra un calo rispetto al 2015.
Nei primi cinque mesi del 2016, il saldo tra rapporti attivati e cessati è positivo di 435mila unità, in ribasso del 19%.
In questo caso, tuttavia, si tratta di un aumento del 14% rispetto al dato del 2014, che si fermava a quota 384mila.
Se calano le assunzioni stabili, cresce ancora – e non è una novità – il numero dei voucher, definiti dallo stesso presidente Inps Tito Boeri “la nuova frontiera del precariato”.
Nel periodo gennaio-maggio 2016 sono stati venduti 56,7 milioni di buoni lavoro, con un incremento del 43% rispetto ai primi cinque mesi dell’anno scorso.
Nello stesso periodo del 2015 la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,2%.