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LE “INCHIESTE” SULLA GIOVENTU’ MELONIANA

Diciamocelo chiaramente. Che ai banchi del governo sieda la destra, è difficile da digerire. Ormai si erano abituati a comandare e fare i loro comodi nonostante le clamorose bocciature dell’elettorato. Che poi questa destra non se ne voglia andare, e le recenti elezioni europee, indipendentemente dal partito del non voto, lo abbia dimostrato, è un dato di fatto. La destra è saldamente arroccata al comando, e con avversari come questi, comanderà non CINQUE, ma CINQUANTACINQUE anni!

Ed allora cambiamo suonata! Può avere ancora presa facile sui polli d’allevamento il filmato di un tizio che si sbraccia, dove un fermo immagine mostra ai creduloni che costui sta facendo il tanto aborrito saluto fascista; ma occorre cambiare suonata e arruolare quelli che sono sempre pronti a mettere la propria faccia (…) a disposizione degli avversari della destra.

In questi giorni stanno circolando “inchieste”, da parte di una nota testata, sul “fascismo” negli ambienti del partito della Meloni.

Ora, se si vuole analizzare lo stantio nostalgismo del fascismo storico di taluni ambienti, lo si faccia pure, questo però non deve in alcun modo dare credibilità a testate del genere. Infatti quello che si chiama “libertà di pensiero”, in realtà si traduce nel monopolio nella diffusione di ciò che piace e raccontato subdolamente nel modo in cui piace: ossia libertà di stravolgere, di mistificare, di diffondere le farneticazioni deliranti, di porre i racconti nel modo che porta acqua ad un ben determinato mulino, girandoli a piacimento, etichettando sapientemente, selezionando minuziosamente cosa diffondere e cosa ignorare, o perfino di diffondere pure e semplici falsità, per rinfocolare le ossessioni ideologiche aspettando e pretendendo che anche gli altri le supportino. Abbiamo assistito inequivocabilmente in maniera lampante durante gli scorsi anni di quell’epidemia di follia di massa che si chiamava “pandemia”. La libertà di pensiero (di *diffusione* del pensiero) è proprio a loro che – se ci fosse mai stata – non piaceva. Per questo si opponevano ad essa senza nemmeno rendersene conto!

Tornando alle cosiddette inchieste, sostanzialmente i fatti sono questi: da sempre si trovano all’interno delle “destre” parlamentari soggetti nostalgici. I partiti di centro-destra (come quelli di centro sinistra) sanno bene di avere nel loro bacino di elettori persone di una certa area e a loro conviene così. Trattasi di numeri utili per occupare poltrone e portare avanti l’agenda mondialista. Una volta al potere sappiamo quali sono le reali linee del partito sulle tematiche che contano davvero e lì non vi è differenza tra “destre” e sinistre” (in questo periodo appoggi incondizionati a Ucraina e Israele, oltre al solito vassallaggio USA).
Nonostante sia limpidissima la propaganda che questo tipo di giornalismo porta avanti da mattina a sera, la realtà è che ci sono ancora tante persone convinte che testate del genere facciano realmente informazione, basta leggere i commenti raccapriccianti sotto gli ultimi video, del tipo “meno male che ci siete voi che fate inchieste altrimenti ci sarebbe il fascismo”.
Sappiamo bene come “lavorano” costoro, sui grandi temi internazionali essi portano avanti la narrazione imposta, nel frattempo però contornano il tutto con notizie di gossip di bassissima leva per soddisfare l’italiano medio e talvolta “denunciano” i piccoli “fascismi” dei nostalgici assorbiti furbescamente dalle finte destre parlamentari.
D’altronde stiamo parlando di personaggi che si fotografavano fuori dal ristorante col lasciapassare sghignazzando (“io c’ho il green pass ma mi siedo fuori per rubare il posto a chi non lo ha”), di testate che stanno ospitando, per discutere delle loro “inchieste”, soggetti di calibro zero, conduttori di teatrini televisivi. 
Sarebbe ora di finirla con certe pagliacciate, con le pseudoinchieste su cose risapute che non sorprendono nessuno ma che sono utili per dar da mangiare a questi finti tutori della democrazia che danno ancora l’illusione a molti sprovveduti che esista libertà di stampa e che si possa attraverso le grandi testate andare contro il potere costituito.
Nulla di più falso: semmai sono al servizio del potere costituito, e da anni fomentano l’odio nei salotti e sulle prime pagine. 
di G.P.
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