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LETTERA APERTA AL SAC. DON GIUSEPPE CURRO’

Rev.mo Sac. mi permetto di scriverLe in qualità di Suo parrocchiano e, perché no, Cittadino di Milazzo, per esprimere alcune riflessioni sul modus vivendi le festività locali.

Ho letto e riletto più volte il brano del Vangelo meglio noto come la cacciata dei mercanti dal tempio e mi rendo conto di quanto siamo lontani dal perseguire il messaggio cristiano nel quasi venerare ed adorare cantanti, giostrai e bancarellari pur di ostentare una presunta devozione a nostro Signore ed ai Santi (in questo specifico momento, Santo Stefano).

Predicare amore è ben diverso dal fare proselitismo con riti pagani che “drogano” le menti e rinsecchiscono il cuore come le attuali manifestazioni milazzesi. Mi aspetterei ugual numero di fedeli alle processioni (seppur riti anch’essi lontani dall’ecumenismo) rispetto a quelli festanti sotto il palco della… “Festa di Santo Stefano”, ma così non sarà e ben lo sanno tutti i Sacerdoti “abituati” alla convivenza e connivenza con il potere politico.

Gesto forte sarebbe, invece, il ricondurre i fedeli alla ragione cristiana e cattolica eliminando gli orpelli dei “mercanti”, troppo coraggioso come gesto, troppo alternativo, troppo rivoluzionario, troppo vicino al Gesù che conosciamo.

O non lo conosciamo abbastanza?

Il dualismo tra complicità e coerenza ci consente di scegliere con libero arbitrio se seguire la Fede o seguire i mercanti, ma occorre la guida e non certo la servitù.

Mi permetto di inviarLe una riflessione di un fratello Sacerdote che ben sconquassa il mondo dell’effimero se seguito, soprattutto, dai Sacerdoti e, quindi, dai fedeli: https://www.lavitacattolica.it/scaccio-tutti-dal-tempio/

Da Cittadino mi permetto di osservare che una cosa è ipnotizzare il popolo per fini personali, ed un’altra è blandire i fedeli per carpirne le ragioni del credere.

Grazie per l’attenzione nel leggere e spero possa aprirsi un dialogo concreto sulla Fede, sui percorsi della Fede stessa e su come applicare alla vita (anche politica) di tutti i giorni i dettami delle Sacre Scritture che descrivono Gesù come il più rivoluzionario che sia mai esistito.

Dr. Giuseppe Falliti

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