NON HA UN SOLO DESTINATARIO LA LETTERA CHE PUBBLICHIAMO, MA TANTI. PROPRIO I SINDACI DI QUELLE CITTA’, GRANDI O PICCOLE, NELLE QUALI SI VERIFICANO I PROBLEMI CITATI…
Mi rivolgo a Lei, signor Sindaco, per segnalarLe qualcosa che in questa nostra città, nella Sua città, abbonda: al pari della generosità con cui è stata concessa. Nessun riferimento alla spazzatura, tema dominante di questi anni. Mi riferisco invece ai parcheggi per gli invalidi. Che monotonia, vero? Sempre della stessa cosa si parla, non ci sono altri argomenti? Mi permetta di parlare di questo abuso che continua ad offendere i cittadini onesti, e consente agli automobilisti in possesso di quel famigerato contrassegno arancione di poter vantare sempre, in qualsiasi città, una copertura, parcheggiando indisturbati nelle aree riservate agli invalidi. Che beffa per le persone perbene, truffate quotidianamente da chi spesso non ha alcun titolo o alcun diritto! Non mi pare che nel nostro comune ci sia una tempestiva revoca della autorizzazione, quando vengono a cessare i presupposti. Non mi riferisco, caro signor Sindaco, ad improvvise guarigioni, spesso agevolate dai controlli della Guardia di Finanza che scoprono ciechi che leggono i giornali, persone con le stampelle partecipare ad incontri di calcio, sordi che parlano al telefono, e muti che partecipano a festival canori! Mi riferisco invece ai decessi di quelle persone che, nel corso della loro vita, erano riuscite ad ottenere, perché in possesso dei requisiti necessari, non solo il contrassegno per sostare liberamente, ma anche uno spazio riservato, che è stato difeso con le unghie e con i denti, proprio come facevano i soldati giapponesi arroccati in sperduti isolotti del Pacifico, durante la seconda guerra mondiale. Per quale motivo, una volta deceduto il beneficiario del contrassegno e dell’area di parcheggio, non viene revocata la concessione, che per legge perde la sua efficacia mentre la segnaletica rimane come un monumento ai caduti? Non mi si dica che spetta ai parenti comunicare il decesso, restituire il contrassegno o rimuovere il segnale, perché potrebbe verificarsi che l’invalido non abbia alcun parente! Non sarebbe piuttosto compito di chi ha rilasciato l’autorizzazione verificare, periodicamente, l’esistenza in vita dell’invalido? In una città come la nostra non mi pare che le morti siano così numerose come quelle fatte registrare in un solo giorno dal terremoto di Messina, quindi un controllo, anche mensile, su pochi casi, non comporta alcun sacrificio, ma conferisce legalità alle azioni della Pubblica Amministrazione. Non la conferisce assolutamente, questa legalità, quando viene elevato un verbale di contravvenzione a chi sosta in uno spazio la cui tabella personalizzata ha perso qualsiasi validità, perché il beneficiario è deceduto da anni. In questo caso si ravvisa un abuso di potere da parte di chi verbalizza. Ancora più grave se tale azione è mascherata dalla dichiarazione di non essere tenuto ad osservare la validità del contrassegno, che nessuno provvede a togliere, e che pone Lei, signor Sindaco, dalla parte del torto, poiché l’automobilista la vedrebbe come lo spietato sceriffo di Nottingham che, nonostante la povertà del popolo, continuava ad arraffare senza alcun ritegno! La prego vivamente, signor Sindaco: non aspettiamo alcun Robin Hood a liberarci dallo sceriffo, ma si erga Lei difensore dei Suoi cittadini, vessati ogni giorno di più da tasse a balzelli. Dia precise direttive, per ritirare i contrassegni a chi non ha alcun diritto e fare rimuovere i segnali privi di qualsiasi efficacia! Questa città gliene sarà grata. Io in particolare. Lettera firmata