GLI GARANTIAMO, COME SEMPRE, L’ANONIMATO. FRANCAMENTE NON CI ASPETTAVAMO UNA RISPOSTA COSI’ RAPIDA AD UN ALTRO MEDICO CHE AVEVA ESPRESSO IL SUO COMMENTO. EVIDENTEMENTE LA SANITA’ E’ MALATA. E NON HA BISOGNO DI GUERRE INTERNE!
Mi sento in dovere di chiedere scusa alla sig.ra Gambino per il commento di un collega o presunto tale, che dice testualmente “Evitiamo di dire castronerie per giustificare un’usanza del tutto sbagliata.“, e si firma Stancodeipazientistupidi. Lo stesso era intervenuto definendosi UN GIOVANE MEDICO. Mi meraviglio che a scrivere il commento sia stato proprio un medico, che continua con “Al PS non si va per le cazzate, punto.” Probabilmente si è lasciato prendere dall’impulso di difendere la sua professione e rimproverare il paziente, incapace di conoscere i sintomi (se tutti i cittadini riuscissero a comprendere le loro malattie, noi medici avremmo ben poco da fare). Errore gravissimo quello di firmarsi STANCODEIPAZIENTISTUPIDI: scegliere uno pseudonimo che offende i pazienti e non dare il suo vero nome dimostra che a lui i pazienti stupidi fanno comodo, e non può farne a meno! Presuntuoso quando si scaglia contro TERMINAL, che rende un servizio alla collettività e si basa su comunicazioni di altri certamente supportate da prove. Arrogante quando scrive “…che voi di terminal non capite che il problema di base sta nell’uso scorretto e reiterato del PS per i cosiddetti “codici bianchi”, cioè quelli non da PS.“. Al collega ricordo che un certo signor Ippocrate non si sarebbe comportato come lui. Così come vorrei ricordare che TERMINAL non è una semplice testata giornalistica, ma un’organizzazione molto più complessa che ha, al suo interno, anche un folto stuolo di medici, specialisti, primari ospedalieri (non solo della nostra provincia) e professori universitari. Come so queste cose? Probabilmente non sono più un “giovane medico”, e fra noi un po’ avanti negli anni e meno presuntuosi, poichè serve anche l’esperienza nella nostra professione, le discussioni e le problematiche che TERMINAL tratta ci coinvolgono, al punto da sentirci tutti solidali e ben disponibili a fare quadrato, specie quando c’è qualcuno che vorrebbe prevaricare il ruolo assegnato al giornale e approfittare della libertà che esso concede a tutti di intervenire nel contraddittorio, anche a commento di una lite all’interno di un ospedale. Non la sola, sono sicuro, perchè altre ne accadranno nei Pronto Soccorso di tutta Italia. I suoi commenti, caro collega, sono carichi di livore, le sue esternazioni non chiariscono i dubbi dei lettori, i quali avranno anche loro da recriminare sui comportamenti del personale sanitario o parasanitario o sulle attese. Mi creda, collega: mettiamoci ogni tanto anche noi dalla parte dei pazienti. Forse in questo modo potremmo capire il malessere che investe il nostro settore e sicuramente saremmo più comprensivi. Non dico più umani: proprio più comprensivi.