IN ATTESA DELLA PROSSIMA VITTIMA, PUBBLICHIAMO UNA LETTERA DI DENUNCIA DI UN RESIDENTE…
Vi scrivo per denunciare cose inaudite, che molti hanno probabilmente visto ma che nessuno ha mai dichiarato apertamente. E scrivo a voi perché diversi amici mi hanno detto che solo così posso sperare nella pubblicazione totale della lettera, senza tagli e censure. Abito sulla Via Spiaggia Ponente, e sono proprietario, così come altri residenti in quella strada, di una delle tante abitazioni che si affacciano sul mare. Come ben sapete, e come i cittadini sanno, la strada di ponente è stata dichiarata da sempre un’arteria pericolosa, per cui da anni si è fatto di tutto per limitare la velocità e ridurre il numero di incidenti, che accadono ugualmente, purtroppo con conseguenze gravi. E continueranno ad accadere, specie dopo la progettazione assurda affidata a persone che di sicurezza sembrano capire ben poco. Che sia chiaro: non mi interessa soffermarmi sui costi, sulle sospensioni dei lavori, sulle ditte che hanno avuto gli appalti, sulla successiva ripresa dei lavori e sulla sua imminente conclusione. Mi interessa, interpretando anche le lamentele e le perplessità di molti altri residenti, richiamare l’attenzione dei politici e degli amministratori su un aspetto molto delicato, per l’appunto la sicurezza. Comincio con il ricordare a tutti voi che prima dei lavori esisteva un lungo guard rail che delimitava la strada e il terreno demaniale; dopo ogni tratto di guard rail, c’erano anche degli accessi, che permettevano di scendere al mare. Probabilmente qualcuno, in fase di progettazione successiva, pensò che il guard rail era poco estetico, e la sua eliminazione avrebbe potuto conferire un aspetto migliore ad una strada che, sulla carta, doveva consentire il transito anche ai pedoni. Tolte tonnellate di ferro, che non sappiamo dove sono state portate o vendute, furono creati dei marciapiedi. Un lungo sbarramento di marmo e cemento alle acque piovane che rimasero e rimangono ancora oggi sulla sede stradale, creando chilometri di allagamenti e conferendo alla strada l’aspetto di un fiume, con impossibilità per le auto di circolare e per i pedoni di attraversare! Forse qualcuno aveva pensato che le griglie di raccolta delle acque piovane sarebbero bastate a far defluire le acque. Ma non si era reso conto che la manutenzione e la pulizia non abitano da queste parti. Magra consolazione il fatto che gli allagamenti sono di casa in tante altre città d’Italia, proprio per l’intensità delle piogge o lo straripamento dei fiumi. Quindi anche a Ponente, così come nel porto e su tutta la litoranea di levante, Milazzo è rimasta imbrigliata da chi ha deciso di impedire il deflusso naturale verso il mare alle acque piovane! Complimenti a chi ha approvato i progetti e a chi li ha messi in atto. Con gravi disagi per i cittadini, continuo sperpero di denaro pubblico, danni frequenti! Ma i progettisti dovevano anche accattivarsi la simpatia degli ambientalisti: ecco pronta una lunga strade parallela, chiamata pista ciclabile, per la gioia di grandi e piccini, che chissà quando funzionerà! Una siepe di oleandri avrebbe dovuto, nelle intenzioni, separare il marciapiede dalla pista ciclabile: centinaia di piantine furono messe a dimora ancora prima della ultimazione dei lavori, così come le palme, a centinaia, dalle quali sembra si sia propagato il voracissimo punteruolo rosso, che ha distrutto le palme di Milazzo e non solo! Palme e oleandri che sono rinsecchiti a seguito della sospensione dei lavori, e che mai nessuno ha mai pensato di annaffiare per garantirne la sopravvivenza! Anche questo è uno spreco di denaro pubblico! Ma non tocca a me puntare l’indice contro chi ha permesso questo scempio: ormai il danno è fatto, e ancora oggi ne paghiamo le conseguenze! Tornando alla strada…. mi sapreste dire il motivo per il quale sia stato realizzato il parcheggio accanto al marciapiede, lato mare, quando la abitazioni sono state, tutte, realizzate sul lato opposto? L’acume dei progettisti ha portato a non considerare, per l’ennesima volta, la sicurezza dei cittadini! Il divieto esistente a fianco alle abitazioni costringe gli automobilisti a parcheggiare dal lato opposto, effettuando una illogica infrazione (esiste una striscia continua, realizzata con una dose di sovrumana intelligenza…). Una volta parcheggiata l’auto, si deve attraversare la strada, in attesa che qualche buon samaritano rallenti e si fermi e spesso mettendo a repentaglio la vita! E chi conosce questa strada sa che i rischi derivanti dall’attraversamento sono molto alti! Mi si potrebbe obiettare che tutte le case costruite a ponente hanno un parcheggio interno! Certamente! Ma come faccio, io che vengo dal centro, a girare a sinistra ed immettermi dentro il mio parcheggio privato, senza commettere infrazione? Devo superare la striscia continua. E se nei pressi c’è una pattuglia qualsiasi, di Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani, pronti a contestarmi l’infrazione, come faccio a spiegare che per entrare a casa mia devo andare a finire a Calderà? Non sarebbe stato più logico realizzare una segnaletica diversa in prossimità degli accessi alle abitazioni? O si può benissimo commettere infrazione, secondo la vecchia logica “tanto, lo fanno tutti”? Fino a quando non accade nulla, lo fanno tutti! Quindi il cittadino rispettoso delle leggi deve essere costretto a commettere infrazioni? Non penso che sia il modo migliore per vivere in una società civile. Ma non ho finito…. Possibile che nessuno dei progettisti abbia considerato la localizzazione dei cassonetti dei rifiuti? Mi riferisco al loro posizionamento sul lato opposto alle abitazioni. Una localizzazione obbligata, perché nessuno di noi vuole il cassonetto vicino alla propria abitazione, ma ciò comporta l’attraversamento della strada, con i soliti gravi rischi! Ma tralascio questo aspetto della sicurezza (ci sarà sempre qualcuno che mi potrebbe obiettare di stare attento…): perché gli stessi cassonetti sono lasciati privi di freno di stazionamento, in balia del vento, che da queste parti soffia impetuoso per molti giorni l’anno? Proprio per tale motivo, sono liberi di spostarsi anche in mezzo alla carreggiata e pararsi davanti ai veicoli in transito, specie di sera o di notte (ma anche di giorno…). Cosa c’entra il progettista? Eccome se c’entra! Visto che nessuno vuole i cassonetti dal lato delle abitazioni, per evitare accumulo di rifiuti specie nei giorni di mancata raccolta, per quale motivo il progettista non ha pensato di realizzare apposite piazzole, sempre lato mare, all’interno delle quali posizionare gli stessi cassonetti? Per caso è lo stesso progettista che ha realizzato la piazza 25 Aprile, dove i cassonetti sono in prossimità della curva, e io stesso per più di una volta, procedendo con l’auto verso il centro, ho dovuto stare attento a non urtare né i cassonetti né ignari cittadini che si sono trovati loro malgrado in mezzo alla strada per buttare i rifiuti? Mi fermo qui… Chissà se tramite il vostro giornale avrò l’onore di avere una risposta. Non vi nascondo che preferirei vedere fatti concreti. Forse la mia sarà un’illusione, ma spero, per la sicurezza di tutti, che non ci scappi il morto… anche se penso proprio che sia questa la vera illusione! Ma allora non potrete dire di non sapere nulla o di aver fatto qualcosa per evitarlo! Grazie per la vostra attenzione e, spero, pubblicazione sul giornale. Distintamente. O. T.
Caro amico, siamo noi a ringraziare lei, per la sua lettera – denuncia. L’arteria di Ponente è una strada ad alta densità di traffico: come lei ha detto, ci sono tantissime responsabilità, sia per la progettazione attuale sia per la mancata previsione di accorgimenti che possano rendere sicura la circolazione. Dovremmo girare copia della lettera all’Ente proprietario, ossia la Provincia Regionale di Messina… Ma ci è stato detto che è stata soppressa. A chi toccherà adesso garantire la sicurezza o realizzare una segnaletica che non sia assurda?