A MILAZZO COME OGNI DOMENICA… NON HA POTUTO FARE A MENO DI ESTERNARE IL SUO STUPORE…
Quali che siano le scelte operate, perseguendo lo scopo del miglioramento della circolazione stradale, certo il risultato ottenuto non è un bel vedere! Immettersi sulla vecchia Marina avendo superato la chiesa di San Giacomo e vedere quel “muraglione” di autovetture che precludono la possibilità di spaziare con l’occhio sui palazzi, sulle vetrine sul passeggio, è come entrare in un tunnel buio, anonimo. Non è voglia smodata di critica fine a se stessa perché non mi parrebbe corretto, né nostalgico abbarbicamento al passato, ma vero magone e, quello che si vede è peggio che “un pugno nell’occhio”. La Marina Garibaldi, un vero gioiello per Milazzo – a mio modo di vedere – è stata rovinata e nessuno ha mosso un dito affinché, pur perseguendo gli obiettivi primari, si salvaguardasse il lato estetico/funzionale, cercando soluzioni esattamente opposte a quella prescelta. Infatti, non credo sia un obbligo imposto da leggi nazionali, quello di fare a tutti i costi, in quel punto e con quelle modalità, una pista ciclabile, giusto in un città che non pare abbia vocazioni di tipo ciclo-amatoriale se si escludono quegli “amatori della bici” che, però, si cimentano in ben altri percorsi per esprimere la loro passione. Tuttavia, ora che il danno è concretezza, bisogna fare in modo che l’azione di disturbo che deriverà (a quella circolazione che si voleva snellire), sia la più contenuta possibile poiché temo che la doppia sosta (destra e sinistra) che interferisce con l’unica corsia di marcia (sud/nord), si farà presto sentire sotto forma di ingorghi. Basta solo pensare alle esigenze di uscire dal parcheggio o entrarvi che possono presentarsi contemporaneamente e ripetitive lungo il tratto di carreggiata di levante, per capire come il traffico si fermerà peggio che prima. Ho pure osservato che oltre le normali autovetture, qualsiasi altro mezzo, roulotte, furgoni, camion ecc. sporgono dalla sagoma dello stallo di sosta creando pericolo ed ulteriore ingombro sulla carreggiata. Anche i trasportatori contribuiranno a ciò. Ritengo cosa utile sancirne il divieto e segnalarlo ed inoltre, tenuto conto che quanto esposto accade già oggi, occorrerà una vigilanza continua e la “penna” pronta, anche per evitare il carpe diem di chi ha interesse a ficcare il solito bastone negli ingranaggi della macchina comunale ed affermare che così le cose non vanno.
Non parliamo, poi, di chi già parcheggia sugli spazi vuoti lasciati in corrispondenza ai passaggi pedonali. Mi chiedo, il perché alle innovazioni non corrisponda un maggior controllo; perché si diano per normali eventi che potrebbero non esserlo; perché si ritenga, nonostante le esperienze, che tutti sappiano o vogliano essere rispettosi delle regole. Perché, mi chiedo ancora, non si presidiano i luoghi dove si attuano novità del tipo in questione, a mo’ di collaudo delle scelte fatte; per avere il metro della situazione; per guidare in loco chi ha qualche problema; per far capire ciò che è consentito; per punire, infine, gli abusi dei soliti furbetti (vedi auto sulla pista ciclabile appena aperta). La mia non è una critica, ma l’amara constatazione di quel che ho provato giungendo a Milazzo, come sono solito fare ogni settimana, per la passeggiata fuori porta. Questo ho pensato, questo ho scritto, e ciò vuole essere un invito a far si che le innovazioni vengano “calate” con saggezza e solo quando sono portatrici di miglioramenti in assoluto.