CHI SI INCAZZA CON LA SATIRA, SCENDE E VA A PIEDI! UNA BATTUTA, SOLO PER RICORDARE I RUOLI. VISTO LE REAZIONI, AL LORO CONFRONTO I TERRORISTI DELL’ISIS CHE HANNO FATTO STRAGI PER LA SATIRA, SAREBBERO SOLO DEI DILETTANTI! E PENSARE CHE FINO ALLO SCORSO ANNO “ERANO TUTTI CHERLIE HEBDO”! ECCO L’ENNESIMA LETTERA DEL NOSTRO PAOLO, IL QUALE DA TEMPO CONDIVIDE IL NOSTRO MODO DI FARE INFORMAZIONE, CALANDOSI PERFETTAMENTE NELLA PARTE E IRONIZZANDO PER ATTENERSI ALLE REGOLE. PURTROPPO ANCHE LUI SI E’ RESO CONTO DELLA DIFFICOLTA’ A “SBARCARE IL LUNARIO”… MA NON GETTA LA SPUGNA, TUTT’ALTRO!
di Paolo T.
Devo cospargermi il capo di cenere. Dopo la mia lettera scherzosa e con qualche pizzico di gustosa, almeno cosi credevo, verità sulle installazioni milazzesi, mi son ritrovato una serie di messaggi al telefonino e di telefonate, offese ed allibite per quello che avevo scritto. E mi riferisco all’articolo “Una lettera di Paolo: perché siamo un popolo di muggiùni?”. Per non parlare della scenetta comica, quella dei cinque figli che altro non sono che… conigli, utilizzata addirittura da una compagnia teatrale dialettale che l’ha proposta in un teatro della Campania, in dialetto napoletano: qui gli insulti non si sono contati, e su Facebook hanno preso di mira il direttore editoriale che ha dovuto ricordare agli ultimi arrivati che Terminal è un giornale satirico ecc. ecc.
Onestamente, mi son spaventato; ho subito pensato di aver scritto chissà quali offese ai miei concittadini, e son corso subito a rileggermi. Riga dopo riga ho scorso tutto lo scritto, ed alla fine son rimasto con il dubbio: ma a Milazzo sappiamo ancora ridere? Son rimasto di sale quando, non trovando nulla che potesse passare per offesa, mi son trovato sul banco degli imputati. Imputato Paolo, come si dichiara per il reato di lesa milazzesità? E per il reato di offesa all’onore, pure questo mi hanno rinfacciato, di una comunità? Tutte cose che, guardando bene tra le righe, potevano starci, secondo la visione della vita cittadina. Siamo talmente abituati a prenderci sul serio, a ritenerci più di quello che siamo (basta guardare come trattiamo le nostre vie, il nostro “salotto buono”), che farlo notare e scherzarci sopra, può urtare la suscettibilità di chi si sente qualcuno, ma in fin dei conti non lo è. Probabilmente, molti dei miei concittadini, quelli seriamente attaccati alla propria terra, anche nei fatti, due righe quasi satiriche (guarda quanto mi sento modesto), possono far riflettere e sorridere, compito principale. A quelli che non hanno gradito posso, per principio di educazione, chiedere scusa. Badate bene, non sono scuse serie, ma solo un pro forma, per non urtare troppo la sensibilità di chi si ritiene chissàchiechecosa, ed invece è molto meno. Signori miei, l’amore per se stessi e per la nostra terra si manifesta anche dalla capacità di vedere i problemi dove si trovano e dal saper ridere dei propri difetti (spesso causa dei problemi stessi). Se riusciremo a fare questo passo, anche insieme, tutto potrà sembrare più facile e risolvibile. La testata che mi ospita ogni tanto, e di questo la ringrazio, ha avuto il coraggio di pubblicare due pensieri di una persona qualsiasi, come sono, senza crearsi il problema di filtrare e di censurare, un ragionamento che spesso molti fanno e che per indolenza, spesso, evitiamo di divulgare. Un giornale simile dovrebbe essere preservato e tutelato, perché avere la possibilità di raccontare e raccontarsi, in un contesto anche ristretto come quello nostro, non è semplice. Tutti ci si conosce e tutti possono avvicinarti per dare la propria opinione. Forse si preferirebbe raccontarsela così, come vecchie comari di nascosto ed al buio. Ma credo che in questo modo abbiamo la possibilità di confrontarci, anche “aspramente”, ma in maniera civile. Le stesse telefonate o messaggi ricevuti, personalmente, sono la dimostrazione che siamo ancora indietro dall’idea di città “cresciuta” e che sappia ridere di se stessa. Due risate, in mezzo a tanta tristezza, potrebbero salvarci.
Solo gli snob si offendono per le battute di scherzo, e solo quelli che non hanno un briciolo di autoironia diventano verdi di bile ogni volta che si accenna ad una battuta satirica.dimostrando solo stupidità.Purtroppo questi concittadini non sanno che snob non è sinonimo di nobilucci con la puzza sotto al naso che vengono dileggiati nel loro DNA da sangue blu;troppo spesso non sanno che snob è sinonimo di “sine nobilitate” in tutti i sensi: sia da discendenza di casato che da comportamenti civili e morali che li caratterizzano nei comportamenti di tutti i giorni.Quindi,spalle larghe e se capita,ridiamo anche di noi stessi,perchè non è proprio vero che il riso abbonda sulla bocca degli stolti,ma,specialmente di questi tempi, il riso fa buon sangue.