MARCELLO ANDALORO lo vediamo, il sesto in alto (vi sfido a riconoscere gli altri…) con la divisa della formazione di rugby nel 1970. Giocava con la formazione del Milazzo.
Casualmente abbiamo saputo del suo compleanno, addirittura OTTANTA: ma non li dimostra, se non fosse per qualche acciacco dovuto alla sua vita passata nei campi di gioco… ma andiamo con ordine.
Nel libro Dalla Sena in poi… riservai un capitolo a Marcello Andaloro, uno degli alunni del Liceo che tutti avremmo voluto avere come compagno di classe per lo spirito goliardico che ancora oggi conserva quando racconta episodi legati al suo periodo di permanenza al Classico! Esilarante e divertentissimo fu quello che ci raccontò ricordando la prof.ssa Lauretta Crupi, insegnante di scienze, che aveva l’abitudine di fare un saltello per accomodarsi sul banco e chiamare gli alunni con vezzeggiativi per rendersi più simpatica ed amata dagli stessi! Ma gli episodi che vedono Marcello, alunno dal fisico massiccio e muscoloso, come protagonista, non si contano, e a sentirli raccontare suscitano risate spontanee e divertimento; proprio per quel suo fisico gli insegnanti impararono a rispettarlo temendo qualche … ritorsione, che non si sarebbe mai sognato di fare. Per lui, bastava solo porsi davanti al professore, chiedere il riconoscimento dei suoi giusti meriti nelle valutazioni in classe, ed era fatta! Così avvenne quando un giorno in classe un supplente di materie letterarie avrebbe voluto sospenderlo, capro espiatorio di una situazione che lo stesso insegnante non era riuscito a gestire; quando Marcello fu informato da un compagno che il professore stava scrivendo sul registro il rapporto a suo danno, gli si parò davanti alla cattedra per chiedere il motivo; quello, temendo il peggio, ripensandoci si diede a precipitosa fuga!
Non ebbe analoga fortuna con padre Passalacqua, il cui fisico era più massiccio del suo, non tanto per la muscolatura quanto per la mole: in quegli anni vigeva anche una regola, non scritta ma diventata una consuetudine, secondo la quale chi non voleva fare lezione di religione si lasciava scivolare dalle finestre del piano terra e guadagnava la strada, anticipando l’ingresso del docente ed evitando di incontrarlo sulla porta o nel corridoio e fornire spiegazioni o chiedere un permesso per rifugiarsi nei bagni! Preso alla sprovvista dall’arrivo dell’insegnante, Marcello stava per l’appunto scavalcando la finestra per lasciarsi scivolare giù, ma il suo tentativo non sfuggì al sacerdote, che si catapultò alle sue spalle, e non potendolo afferrare gli assestò con tutta la sua forza una manata sulla schiena, tramortendolo!
Certo, la narrazione della vicenda oggi ci fa ridere, ma al tempo Marcello non rise assolutamente e non poté nemmeno reagire, rimanendo accasciato al suolo: ripensando a quella manata, che sembrò un colpo con una mazza, ancora la schiena gli fa male! Un episodio del genere oggi farebbe scattare la sospensione del docente da tutte le scuole d’Italia, ma allora era solo un modo per far valere la disciplina: un po’ come i colpi di bacchetta.
Marcello, una volta conseguita la maturità, volle provare a giocare a rugby nella formazione milazzese che vinse il campionato. La foto, come abbiamo detto, lo ritrae assieme a tanti ragazzi di allora lo volevano, in campo e fuori, temuto e rispettato, così come si addiceva per una disciplina che non era, come qualcuno credeva, violenta, ma educava all’agonismo facendo leva anche su atleti dal fisico robusto e potente. Mai egli approfittò della sua netta potenza muscolare, ma si distinse sempre per lealtà e coraggio, intervenendo spesso a dirimere situazioni incresciose in campo, che si sarebbero automaticamente appianate al triplice fischio, quando l’arbitro avrebbe decretato la fine dell’incontro. Solo allora i giocatori, messi da parte rivalità e agonismo, sarebbero rientrati. abbracciati, negli spogliatoi, stanchi ma appagati dopo avere lottato come leoni.
MARCELLO ANDALORO festeggia gli ottant’anni. A lui, ex alunno della nostra scuola, vanno i più cari e sinceri auguri da parte di tutti noi.
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