Maurizio si era spento improvvisamente il 3 settembre di tre anni fa lasciando tutti noi nell’incredulità, nello sconforto, nell’angoscia.
Abbiamo appreso la drammatica notizia all’inizio della giornata: era un brutto sogno? Era piuttosto la cruda realtà che non ti lasciava il tempo di chiederti perchè proprio a lui, dopo una vita passata fra famiglia, lavoro, sacrifici, amicizia, sorrisi, lacrime, gioie, dolori, preoccupazioni, e la ricerca del tempo, anche poche ore, strettamente necessario per poterti ritagliare un angolino da vivere disincantato, disilluso, e con un po’ di divertimento?
Purtroppo era la realtà che non aveva consentito a quel giovane amico, cresciuto in mezzo ai più grandi nella Sena di una volta, ultimo figlio di Salvatore Bonfiglio e della signora Frenzy, fratello di Natalino, di Emilia, di Enza, nipote della signora Turilla, di potersi godere la sua vita. Abbiamo scritto, tre anni fa, che a Maurizio “… non è stato permesso di preparare un bilancio della sua pur breve esistenza: neanche il tempo di godersi in pieno la famiglia, ed ecco che il vento sfoglia impetuoso il libro della sua vita, e giunge all’ultima pagina. Nessun indice, nessuna scritta che ti dice che il romanzo è finito, senza sapere come e perchè… Ed allora rimani solo con te stesso a meditare, a cercare di capire senza riuscire a darti una risposta“.
Ci manca Maurizio… Ed entrando in quel negozio di via Migliavacca, qualche volta mi è venuto l’istinto di chiedere al fratello Enzo dove fosse Maurizio; lui che non stava mai fermo, che era sempre affaccendato, come se tutti i problemi del mondo dovesse risolverli in pochi attimi… Non c’era Maurizio, era lontano, non sarebbe tornato. Era fra le braccia della sua mamma, lui che era il più piccolo e che non aveva potuto invocare, come facciamo tutti nei momenti di dolore, quel nome che segna gli attimi della nasciata e della morte, MAMMA.
Tre anni senza Maurizio sono tanti. Moltissimi ne passeranno ancora, ma quel 3 settembre del 2018 non lo abbiamo dimenticato. Non abbiamo dimenticato i messaggi di quel giorno, le telefonate per avere la conferma o la smentita, quel risveglio che si era rivelato un incubo. Oggi siamo qui a ricordare Maurizio BONFIGLIO e rivederlo in mezzo a noi. Ci siamo svegliati dall’incubo o stiamo sognando? Forse entrambe le cose.
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