CONCERTO DELLO STORICO COMPLESSO ALLE ORE 20.30 DI SABATO 5 NOVEMBRE AL TEATRO TRIFILETTI. E’ UN’INIZIATIVA DELLA DELEGAZIONE AIRC DI MILAZZO, PER SOSTENERE LA RICERCA E LA LOTTA CONTRO IL CANCRO…
EQUIPE 84, LA STORIA: ormai è questo il nome che rievoca un passato purtroppo lontano, come la nostra giovinezza… Ma certe notizie hanno il pregio di riaccendere entusiasmi forse mai sopiti, e ridestare quella voglia di intonare a squarciagola i brani memorabili e mai dimenticati di un complesso che ha scritto pagine indelebili nella musica leggera italiana. Era il lontano 1964, addirittura 52 anni fa. Al festival di Sanremo il trionfo arrise ad una ragazza acqua e sapone che non aveva l’età, anche se il vero vincitore fu un romano con la raucedine che spopolò con la sua lacrima sul viso. Il mondo musicale era già in fermento, ma Gianni Morandi preferiva prostrarsi in ginocchio per chiedere perdono e dare il via al filone di film musicarelli con i titoli dei suoi brani; Rita Pavone aveva compiuto diciott’anni da un pezzo, e ne avvertiva la difficoltà; per Adriano Celentano il problema più importante era quello di avere una ragazza di sera, e Richard Anthony passava da una festa all’altra brindando (Cin Cin) ed esultando (La mia festa) per avere perso un amore sicuramente non corrisposto. E mentre l’estate proponeva i Marcellos Ferial che inneggiavano alla tintarella presa al sole d’agosto, consumando litri di spray e dando il via alla creazione del buco nell’ozono, Little Tony mandava messaggi alla sua ragazza, e Paul Anka dichiarava di non volere più partire ogni volta che tornava!
Ma poteva bastare tutto questo alla nostra gioventù? Per la diffusione dei 45 giri certamente no! Avevamo bisogno di qualcosa di diverso, di una scossa, di quella marcia in più capace di far aumentare i giri del motore. Ci pensarono quattro ragazzi inglesi, che inondarono in pochi mesi il mondo di dischi e di musiche innovative; anche se erano milioni a intonare Please Please me, o She loves you, o Misery, o Twist and shout, senza capire una sillaba, da un capo all’altro dell’Italia i giovani si erano svegliati. Era quella la scossa che aspettavamo, erano quegli accordi, quelle chitarre, quel modo di presentarsi irrompendo fragorosamente sulle scene. Il mondo era in fermento, il benessere aveva portato un modo diverso di pensare, di muoversi, di vestire. Di cantare! Era il 1964, anche per me che all’epoca avevo poco più di 13 anni e non mi bastavano, per ubriacarmi, dei motivi di Little Tony o di Dino, di Alain Barriere o di Sergio Endrigo e di Edoardo Vianello. Volevamo di più… e scoprimmo, quasi per caso, il rumore e i suoni strani che i Rivingston diffondevano con le loro chitarre, in PAPA-OOM-MOW-MOW, ma che nella traduzione italiana divenne PAPA’ E MAMMA’, quasi un inno alla famiglia ancora unita, negli accordi e nelle voci di un complesso italiano. Di Modena, anzi: con un siciliano alla batteria che si distingueva per la sua statura piccolissima mentre quello più alto suonava… il basso! Così ce li presentarono quei ragazzi modenesi, Maurizio Vandelli, Franco Ceccarelli, Victor Sogliani ed Alfio Cantarella, che avevano assunto un nome fuori da qualsiasi schema tradizionale: Equipe 84. Come il brandy Stock 84, anche se per lungo tempo credemmo che quel numero fosse la somma dei loro anni. Ci attrasse il retro del disco, QUEL CHE TI HO DATO: ci sembrava di conoscerlo, anzi lo conoscevamo già. Ma sì, era proprio quella TELL ME dei Rolling Stones, cantata in italiano, anche se il testo non era perfettamente coincidente. Ma cosa importava? Avevamo trovato i nostri idoli? Forse sì. Scoprimmo che avevano già esordito con un motivo dedicato alla squadra del Modena, CANARINO VA, ma li aspettavamo con ansia per elettrizzarci con loro e con le nuove musiche che avrebbero cambiato il nostro stile di vita. Avevamo solo 14 anni quando i ragazzi modenesi parteciparono al festival di Napoli con NOTTE SENZA FINE, e noi tifammo per loro, ma invano. Subito dopo arrivò anche un 33 giri, con brani tradotti dall’inglese: Pier Farri, artefice del lancio fortunato dell’Equipe 84, passava le notti registrando le novità internazionali sul suo Geloso. Ore ed ore di musiche che venivano scelte accuratamente, rivisitate e riproposte in italiano. Siamo alla vigilia del primo grande successo dei ragazzi modenesi. Scopriamo in quel 33 giri, storico e leggendario, DON’T WORRY BABY dei Beach Boys, che diventa SEI GIA’ DI UN ALTRO; LA FINE DEL LIBRO, che non è altro che TIME IS ON MY SIDE dei Rolling Stones, e i Moody Blues con GO NOW (ORA PUOI TORNARE).
Mentre da una parte all’altra della penisola cominciano a nascere e a farsi largo i complessi, arriva Sanremo 1966. UN GIORNO TU MI CERCHERAI viene bissata dai Renegades, ma non basta: vince la solita ragazza acqua e sapone in coppia con Modugno, con DIO COME TI AMO. Un rigurgito di melodia che fa storcere il muso a chi vuole il cambiamento, e decreta la bocciatura di un’edizione sanremese che si rifà grazie alle vendite, con Caterina Caselli e il molleggiato con il suo ragazzo della via Gluck! La consacrazione arriva con il CANTAGIRO dello stesso anno. Una nuova categoria, riservata ai complessi! Per dare spazio alle novità che la gioventù in fermento di quegli anni attendeva. IO HO IN MENTE TE trionfa. Nemmeno Barry McGuire, dei Minstrel, aveva avuto tanto successo con la sua YOU WERE ON MY MIND! Il mercato discografico viene inondato, da lì a poco, da questo brano che porta sul retro RESTA (STAY di Maurice Williams and The Zodiacs, un motivo di meno di due minuti che conquista le hit americane). Seguono BANG BANG, motivo omonimo di Sonny & Cher, ma interpretato anche da Dalida, La Ragazza del Clan, i Corvi; e AUSCHWITZ, poesia senza tempo di Francesco Guccini. Arriva anche il secondo LP, con FUNNY HOW LOVE CAN BE degli Ivy League (SPIEGAMI COME MAI, ma che diventa SE QUALCUNO CERCASSE DI TE nella versione di Fausto Leali, curiosamente facciata A nel disco che include sul retro A CHI); I NEED SOMEBODY GROOVY dei Mama’s & Papa’s (ALTI NEL CIELO) e altre canzoni, contenute nel 33 giri IO HO IN MENTE TE, che conservo gelosamente fra i miei cimeli discografici (in alto la copertina).
L’Equipe 84 intuisce il cambio generazionale: la musica beat diventa pop, e da lì a poco i brani presentati saranno italiani, scritti da italiani. Mogol che aveva tradotto Resta e Io ho in mente te, propone 29 SETTEMBRE, scritta con Lucio Battisti. E’ un successo stratosferico, che consacra definitivamente la formazione modenese che, con Dik Dik, Rokes, Camaleonti, Nomadi e Giganti, aveva rivoluzionato il panorama musicale italiano, in quegli anni di contestazione! Con il binomio Mogol – Battisti si cimenteranno ancora con NEL CUORE, NELL’ANIMA.
Siamo alla fine del decennio; nel 1968, arrivano UN ANGELO BLU (I CAN’T LET MAGGIE GO degli Honeybus), NEL RISTORANTE DI ALICE, E’ DALL’AMORE CHE NASCE L’UOMO, nel 1969 TUTTA MIA LA CITTA’ (BLACKBERRY WAY dei Move), POMERIGGIO ORE SEI (MARLEY PURT DRIVE dei Bee Gees).
Gli anni 70 iniziano con l’estromissione del complesso dalle trasmissioni televisive; Alfio Cantarella viene sostituito da Mike Shepstone dei Rokes alla batteria; a Sanremo 1971 interpretano 4 MARZO 1943 con Dario Baldan Bembo alle tastiere e Franz Di Cioccio alla batteria, ma verranno surclassati da Lucio Dalla. Il nome cambia in NUOVA EQUIPE 84… successivamente arrivano CASA MIA, UNA GIORNATA AL MARE, MERCANTE SENZA FIORI… ma negli anni 80 Maurizio Vandelli dà l’addio definitivo al complesso, dopo aver tentato la carriera di solista… Lo ritroveremo a Milazzo una decina di anni fa, in un concerto da solo offerto dalla Regione Sicilia per la festa del Patrono. Prima di lui, sempre alla festa del Patrono, abbiamo applaudito Franco Ceccarelli. Era il 1997. Con lui sul palco Paolo Pigozzi, Giuliano Ragazzi, Roberto Poltronieri...
Oggi arrivano Tony Mione, Antonio Fegatilli, Giuliano De Leonardis, Roberto De Vincentis, Raffaele Tatti. Sono loro a continuare un percorso iniziato più di cinquant’anni fa dai ragazzi di Modena… A loro il compito di raccontare la storia dell’EQUIPE 84.
Io mi ero lasciato prendere la mano… ma non tocca a me: è giusto che siano loro, in mezzo al pubblico di Milazzo, al Trifiletti, il prossimo cinque novembre, nel corso di una serata organizzata per la raccolta fondi a favore dell’AIRC, a fare riascoltare anche quelle musiche che sono rimaste indelebili nella nostra memoria. Ci sarò, per sognare quegli anni. Anzi, per riviverli! E voi?
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